Retinopatia diabetica: Overview, new imaging e prospettive future

di Amedeo Lucente


Il diabete mellito è una patologia conosciuta fin dall’antichità, variamente denominata e descritta nelle sue specifiche caratteristiche semeiologiche. Il termine diabete fu coniato da Areteo di Cappadocia (81-133 d.C.) che si accorse della eccessiva produzione di urina in questi pazienti, deriva dal greco antico “diabainein” attraversare (dià= attraverso, baino=vado).

La World Health Organization WHO, che nel 2018 compie 70 anni e riunisce 194 Stati, stima in 422 milioni le persone adulte affette da diabete nel 2014. Questi grandi numeri sono ancora più preoccupanti se paragonati al 1980, dove la stima era di solo 108 milioni. Anche la prevalenza sopra i 18 anni è quasi raddoppiata, dal 4.7% del 1980 al 8.5% del 2014.

La diffusione del diabete sta aumentando più rapidamente nei paesi a medio e a basso reddito, con tasso di natalità maggiore, ed è una delle principali cause di cecità, insufficienza renale, attacchi cardiaci, ictus e amputazione degli arti inferiori nella popolazione di ogni età.Nel 2012 si stima che circa 1,5 milioni di morti sono stati causati direttamente dal diabete e altri 2,2 milioni di decessi sono riconducibili ad un elevato tasso di glucosio nel sangue.

Quasi la metà di tutte le morti per elevata glicemia interviene prima dei settanta anni. L'OMS prospetta che il diabete sarà la settima causa di morte nel 2030. La fluorangiografia retinica si conferma ancora l’esame strumentale gold standard per le alterazioni vascolari della retina in genere e, in particolare, per la retinopatia diabetica. In modo progressivo da alcuni anni l’imaging single-field della retinopatia diabetica si è evoluto verso un’imaging ultra-widefield.

Questo sviluppo d’imaging è stato di grande rilevanza diagnostica in molte patologie retiniche, specialmente vascolari, anticipato dalla pubblicazione del 2004 di Williams GA. et al. per l’American Academy of Ophthalmology, che comunque ancora attestava l’efficacia del single-field. La strada verso un’imaging ultra-widefield in oftalmologia è ormai però definitivamente tracciata e in pieno sviluppo.

Presto entrerà nel management diagnostico in modo diffuso, capillare, offrendo maggiori e più complete possibilità diagnostiche.

Numerosi studi attestano l’assoluta utilità di tale metodica nella diagnostica delle vascolopatie retiniche e, con ancor più diritto, nello screening della retinopatia diabetica. Una domanda che con frequenza viene posta è se l’Angio-OCT potrà supplire o sostituire definitivamente la fluoro.

L’affiancamento semeiologico è già di fatto avvenuto; ritenere la fluoro non più utile è però, almeno allo stato attuale delle cose, imprudente o quanto meno superficiale.

Il numero di richieste per fluoro è di fatto comunque drasticamente diminuito, anche per la retinopatia diabetica; tuttavia è proprio per questa vasculopatia che si richiedono ed eseguono ancora il maggior numero di fluoro.

L’esame Angio-OCT mette in evidenza con grande qualità iconografica e da poco tempo, con copiosi dati statistici di importanza clinica crescente, le variazioni dell’area avascolare foveale FAZ, le anomalie della struttura dei capillari intraretinici IRMA, i microaneurismi, le aree retiniche periferiche poco o non perfuse, i neovasi, offrendo dati numerici (Vessel Density e Perfusion Density) nei singoli settori indagati ancora da interpretare e pienamente valutare. La possibilità di avere tecnologie sempre più evolute con database di confronto validato statisticamente, insieme ad una fruibilità più estesa permetterà, si spera, di affrontare le difficili sfide degli anni futuri con maggiore ottimismo. Anche se la retinopatia diabetica si prevede in grande e preoccupante aumento nei prossimi decenni, i progressi tecnologici descritti e in sviluppo potranno, se universalmente e adeguatamente sfruttati, essere da argine alle gravi alterazioni che tale patologia apporta alla funzione visiva. Quest’articolo vuole fare il punto, per quanto è possibile, sullo stato dell’arte nell’imaging sulla retina, e tracciare brevemente gli sviluppi futuri nella diagnostica per immagini della retinopatia diabetica.

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