Cosa sono i farmaci biologici?

di Odile Correnti*, Elisabetta Battaglia**, Maria Ilenia De Andres***
*Dirigente Medico UOC Oftalmologia ARNAS Garibaldi, **Responsabile UOD Reumatologia ARNAS Garibaldi, ***Dirigente Medico UOD Reumatologia ARNAS Garibaldi


Con la dizione "farmaci biologici" si indicano tutti quei farmaci “biotecnologici” di nuova generazione, ottenuti attraverso sofisticate procedure di DNA ricombinante, studiati per agire soltanto su una singola struttura (che si tratti di una proteina, un recettore o anche una sequenza di DNA) aumentando l’efficacia della terapia e riducendo, allo stesso tempo, gli effetti indesiderati.

Sono prodotti a partire da proteine presenti nel nostro organismo che vengono modificate in laboratorio. Di solito si tratta di “riprogrammare” anticorpi (ma non soltanto) in modo tale da renderli attivi soltanto su un determinato bersaglio.
A oggi sono disponibili farmaci biologici contro malattie autoimmuni (per esempio lupus, artrite reumatoide, psoriasi), malattie infiammatorie croniche dell’intestino (quali il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa) e alcuni tipi di tumore (soprattutto quelli della mammella, del fegato, del rene e del colon). L’obiettivo dei farmaci biologici è quello di raggiungere le cellule o le strutture malate, agendo direttamente su queste senza danneggiare le cellule sane.
Per ottenere questo obiettivo si è pensato di potenziare le difese del nostro organismo, e cioè gli anticorpi, modificandoli in modo tale da renderli capaci di riconoscere come aggressori le strutture malate (cellule tumorali) o le proteine coinvolte nel processo patologico. Come nel caso dei farmaci studiati per trattare malattie autoimmuni, quali l’artrite reumatoide, che sono programmati per “attaccare” le citochine pro-infiammatorie rilasciate dalle cellule infiammate, in modo da bloccare l’infiammazione.
I farmaci biologici finora più utilizzati nelle patologie infiammatorie sono gli inibitori del TNF-α (Tumor Necrosis Factor alfa), citochina che svolge un ruolo centrale in numerose patologie infiammatorie croniche, come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilosante. Gli inibitori del TNF-α attualmente disponibili fanno parte di due classi differenti: gli anticorpi monoclonali (infliximab e adalimumab) e i recettori solubili (etanercept).
A questi si aggiungono i farmaci che antagonizzano gli effetti della interleuchina 1 (anakinra), citochina pro-infiammatoria simile al TNF-α, gli antagonisti dell’interleuchina 6 (tocilizumab) e quelli che agiscono riducendo il numero di linfociti B circolanti rituximab) o riducendo l’attivazione dei linfociti T (abatacept).

Infliximab è un anticorpo monoclonale chimerico costituito da una regione variabile murina legata ad una regione costante IgG1 umana, mentre golimumab e adalimumab sono anticorpi monoclonali di origine umana ricreati mediante la tecnica del DNA ricombinante, e certolizumab è un frammento Fab di anticorpo ricombinante umanizzato coniugato con polietilenglicole. Etanercept è l'unico recettore solubile del TNF alfa attualmente disponibile ed è una proteina di fusione tra il frammento Fc di una IgG1 umana ed il dominio extracellulare del recettore p75 del TNF.


Indicazioni
I farmaci biologici si sono dimostrati efficaci in diverse malattie reumatiche: artrite reumatoide (utilizzati in combinazione con i farmaci antireumatici di fondo), spondilite anchilosante e artrite psoriasica, sebbene i pazienti ai quali prescriverli debbano essere accuratamente selezionati.
In molte altre malattie infiammatorie croniche diverse non esiste ancora una precisa indicazione autorizzata ma l’uso dei farmaci biologici è, anche in questi casi, in aumento.
Negli ultimi anni sono stati condotti numerosi studi per valutare l’efficacia di tali farmaci sui tumori con risultati molto incoraggianti. È possibile che in futuro questi agenti diventino una valida opzione terapeutica anche per altri disturbi, come alcune forme di vasculite.