Dal 2005 al 2012 mi sono sottoposto ciclicamente alla somministrazione di farmaco biologico per via endovenosa, associando anche una terapia immunosoppressiva per via orale, con conseguente progressiva remissione della malattia.
In considerazione del periodo di remissione dovuta alla somministrazione del farmaco biologico con conseguente apparente ritorno ad un normale stato di salute e benessere fisico e, in mancanza di protocolli terapeutici specifici per la malattia suddetta, il Prof. Olivieri decise di interrompere la terapia sperimentale.

Purtoppo la cronicità della malattia mi ha nuovamente investito con recidive nella primavera del 2014 e comparsa di eritema nodoso, tromboflebite, papulopustole ed epididimite. A questo quadro clinico si aggiungevano le tipiche manifestazioni della enteroartrite quali artralgie alle caviglie e alle ginocchia e dolori notturni lombosacrali.
Visto il pregresso clinico e il successivo aggravamento della recidiva, il prof. Olivieri decideva nel gennaio 2015 la ripresa ciclica del farmaco biologico che ha consentito di raggiungere uno stato di “quiescenza clinica”.
Oggi, grazie a continui esami e con una adeguata terapia assicurata dalla Struttura Ospedaliera A.R.N.A.S. Garibaldi di Catania, presso il reparto di Reumatologia gestito dalla Prof.ssa Elisabetta Battaglia, ho potuto incredibilmente riprendere in mano la mia vita.
Il Morbo di Behçet è una malattia cronica e mi costringe pertanto a sottopormi a cicli di cura farmacologica e a continui controlli clinici e strumentali, al fine di mantenere una “quiescenza clinica” e un “apparente stato di buona salute”.
Se non curato e tenuto sotto controllo correttamente e continuamente, coadiuvato dalla permanenza in ambienti a basso rischio biologico, rischio recrudescenze cliniche anche molto gravi.
Il ritorno alla salute, nel maggio del 2005, è coinciso con il rientro alle gare agonistiche, un risultato più unico che raro fino a quel momento, dimostrando che una diagnosi precoce e l’uso di una terapia farmacologica con farmaci biologici può determinare una interruzione decisiva della malattia.
Pertanto la comunità medica ha deciso di sfruttare la notorietà della mia vicenda sportiva ed umana per presentare una ricerca medico-scientifica all’attenzione delle istituzioni che hanno di fatto garantito l’accesso al farmaco a tutti i malati di Behçet.

Da quel momento sono diventato un testimonial dell’Associazione Italiana Malati di Behçet (S.I.M.B.A.) e ho partecipato a molti convegni medico-scientifici, ho rilasciato interviste ai principali giornali nazionali quali: Gazzetta dello Sport, Tutto Sport, Corriere dello Sport, e riviste quali “Ok Salute”.
Molte anche le trasmissioni televisive tra le quali: Storie di Medici e di Pazienti (Mediaset), Check-Up Salute (Rai), Indignato Speciale (Mediaset), Tutta Salute (Rai), in cui ho rappresentato tutti i valori sportivi ed umani della mia odissea, dimostrando sensibilità e solidarietà verso coloro che sono colpiti da questa terribile malattia.