Cosa troverete in questo numero

Cari lettori, come prima cosa in questo numero troverete la sorpresa che abbiamo deciso di passare completamente alla versione on line della rivista, abbandonando la carta stampata. L’editoriale è tutto dedicato a questo nuovo passaggio della nostra rivista. Fateci sapere cose ne pensate.

Nella Posta dei lettori la nostra brava Odile Correnti ci richiama alla funzione basilare, primordiale del Medico, e cioè quella di prendersi cura non tanto e non solo della malattia quanto del paziente e del modo con cui la vive.

Segue una bella review dell’Imaging retinico in età pediatrica fatta da Alessia Contiero, che richiama i principali “punti di forza” degli strumenti di imaging nelle oftalmopatie pediatriche e auspica che nella progettazione degli strumenti di imaging si tenga anche conto del loro uso nei pazienti più piccoli.

Troverete poi il sempre più enciclopedico Amedeo Lucente, con la sua solita “lezione magistrale”, questa volta su EPR & AMD. Amedeo è diventato un punto di riferimento molto ascoltato da tutti i nostri colleghi, che gli chiedono consigli e dritte quando devono acquistare uno strumento. Questo è un altro piccolo merito della nostra Rivista, che gli ha dato lo spazio che giustamente meritava. Ci sono altri giovani, e meno giovani, disposti a sacrificare notti e festività per rendere un servizio ai colleghi? La rivista è aperta e pronta ad ospitarli.

Odile Correnti ci propone poi una intervista con il grande velocista Francesco Scuderi, la cui carriera agonistica fu praticamente stroncata (ma non finita) da una grave forma di M. di Behçet. Come detto sopra, fa molto riflettere il vedere la malattia con gli occhi di chi ne è affetto.

Prendendo spunto dagli ottimi risultati terapeutici ottenuti al Garibaldi di Catania sulla malattia di questo campione, e avvalendosi della competente collaborazione di due reumatologhe di vaglia, Elisabetta Battaglia e Maria Ilenia De Andrei, Odile mette a fuoco uno strumento terapeutico relativamente nuovo e di grande efficacia, i farmaci biologici. Si tratta di molecole ottenute con la procedura del DNA ricombinante, che hanno come target una singola struttura e non l’intero organismo (come per esempio fanno i corticosteroidi; a Roma direbbero: ”Ndo cojo, cojo”). Il risultato è un decisivo aumento dell’efficacia e una drastica riduzione degli effetti collaterali indesiderati.

Mi è sembrato opportuno inserire subito di seguito un breve aggiornamento sull’elenco dei farmaci orfani, soprattutto per rilevare che nelle new entries troviamo l’Holoclar, vale a dire cellule epiteliali autologhe della cornea umana espanse in vitro. Si tratta di un importante risultato della ricerca condotta in Italia nel campo delle cellule staminali del gruppo di Pellegrini, Rama, Lambiase ed altri che al momento non ricordo, tradotto in farmaco dalla Dompé.

Il numero si chiude con alcune buone notizie provenienti da un collega Africano, il Dr. Camara Fremba, riportateci con il solito coinvolgente entusiasmo da Paolo Angeletti. Al quale non par vero che il Dr. Fremba sia una specie di dimostrazione vivente di quanto Paolo va da decenni predicando, e cioè che è meglio insegnare a pescare che regalare pesci. Il Dr. Fremba ha fatto tutta la gavetta, percorrendo la carriera chirurgica iniziata sotto la guida di Paolo ed ora è in grado di gestire splendidamente e con ottimi risultati la situazione locale, elargendo un servizio ineccepibile ad un numero elevatissimo di connazionali e anche a malati degli stati vicini. Questo con soddisfazione di tutti: pazienti, che non devono fare viaggi della speranza; medici, che non devono espatriare; e anche gli “istruttori” venuti da lontani Paesi, che hanno la soddisfazione di veder ingigantire la piantina da loro seminata.

E con questo il numero si chiude, sperando che anche nella nuova veste sia sempre apprezzato e seguito.


Costantino Bianchi: Il ricordo

Costantino Bianchi, dalle 11,30 di domenica 10 settembre non è più con noi. È volato in cielo da un’aula congressuale, dove aveva appena terminato una come sempre brillante relazione. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo di Lucio Zeppa e miei dapprima, e subito dopo degli specialisti dell'ospedale Garibaldi di Catania, dove eravamo riuniti per un Campus sulla malattia glaucomatosa. Uomo integerrimo, di immenso spessore culturale, oculista, musicista, giornalista, grande sportivo, politico, della cui capacità ha dato dimostrazione in Italia ,ma soprattutto in Europa. È morto l'uomo con il quale ho condiviso gran parte della mia vita professionale, punto di riferimento in mille occasioni. Non avrei mai pensato dopo averlo presentato durante la cerimonia SOI di consegna della medaglia d'oro di maestro di oftalmologia che un giorno avrei scritto queste parole in suo ricordo. Amico di tutti, ed amato da tutti, di precisione bergamasca, critico onesto, soprattutto di se stesso. È stato il protagonista di quella che è stata la rivoluzione politico professionale della Società Oftalmologica Italiana, e di questo dobbiamo essergli tutti enormemente grati. Socio fondatore della Società Italiana Glaucoma ne ha animato lo sviluppo, diffondendo tra gli oculisti la conoscenza di questa grave patologia sociale. Fondatore e direttore del giornale Oftalmologia Domani, fine scrittore ed autore di numerosissimi articoli sia scientifici che a sfondo politico. Marito e padre attento, nonno affettuoso, la sua apparente rude corazza si sgretolava quando mi parlava dei nipotini. Abbiamo perduto tanto, dobbiamo essergli grati per l'esempio di correttezza, professionalità ed affetto che ha dato nel percorso della sua vita terrena. Ed io, ma non solo io, ho veramente perduto un vero grandissimo amico.

Antonello Rapisarda