Dalla fotocoagulazione alla fotostimolazione: trattamento delle patologie retiniche con laser micropulsato sottosoglia

di P. L. Esposti, G. Esposti, F. Costantino


La fotocoagulazione retinica tradizionale è stata usata per trattare differenti patologie retiniche per diversi anni1,2,3; è efficace ma è anche distruttiva, in quanto induce l’apoptosi delle cellule dell’epitelio pigmentato e uno shock da calore delle proteine della coriocapillare provocando un danno permanente dei fotorecettori.

Avviene quando la radiazione laser è assorbita principalmente dalla melanina nell’epitelio pigmentato e nella coroide.

L’assorbimento della luce nei tessuti pigmentati converte l’energia laser in calore, il calore diffonde dai tessuti pigmentati irradiati nella retina sovrastante e la retina, danneggiata dal calore, perde la sua trasparenza. Lo sbiancamento retinico che vediamo durante i nostri trattamenti laser è indice del danno termico che abbiamo indotto.

Per circa 70 anni il paradigma è sempre stato che per avere un effetto terapeutico era necessario indurre un danno alla neuroretina; negli ultimi anni si sta accreditando sempre di piu l’ipotesi che non è con la distruzione dei fotorecettori che si raggiunge il goal terapeutico ma è con la fotostimolazione dell’epitelio pigmentato retinico.

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