Bambini allergici al sole: il falso mito della congiuntivite Vernal
Abstract: La cheratocongiuntivite Vernal (VKC) è una malattia infiammatoria del tratto oculare anteriore, solitamente bilaterale, con ricorrenza stagionale, la cui eziologia è ignota. L’esordio avviene più comunemente in primavera. La VKC colpisce soprattutto i bambini dall'età prescolare alla fine della seconda decade di vita, con un picco di incidenza tra gli 11 e i 20 anni. Vi sono predilezioni ambientali e di razza: geograficamente è diffusa nelle aree a clima caldo e temperato. Una storia familiare di atopia è presente fino al 40% dei casi. Chi ne è affetto lamenta solitamente sintomi irritativi quali prurito, lacrimazione, fotofobia mattutina, secrezione mucosa abbondante. L’esame obiettivo è fondamentale per dimostrare la presenza di papille giganti a livello della congiuntiva tarsale superiore, di noduli di Trantas e di eventuali complicanze corneali, che vanno tempestivamente trattate. La VKC può infatti avere esiti potenzialmente gravi quali fibrosi subepiteliale, ulcere corneali fino alla perforazione corneale. Nel capitolo seguente vedremo quali trattamenti sono efficaci e cosa c’è ad oggi disponibile per prevenire tali temibili complicanze.
Keywords: allergia, atopia, congiuntivi allergiche, cheratocongiuntivite vernal.
Definizione
Ancora oggi, nonostante la diagnosi precoce e i numerosi reports sull’argomento, alcune mamme riferiscono come “un’allergia al sole” alcuni casi di congiuntiviti primaverili. Sfatiamo subito il mito: quando si parla di cheratocongiuntivite Vernal (VKC) ci si riferisce a una malattia infiammatoria cronica della parte anteriore del bulbo (interessante principalmente congiuntiva e cornea), solitamente a cadenza stagionale, la cui eziologia sembra essere ancora sconosciuta. La definizione "Vernal" deriva da Vernalis, e fa riferimento alla stagione in cui è più comune rilevare i primi sintomi, ossia in primavera. A differenza delle classiche congiuntiviti primaverili legate agli allergeni presenti nell’aria, le forme Vernal hanno rilievi caratteristici che, soprattutto nella fase acuta, portano velocemente a diagnosi. In passato, prima che questa entità clinica fosse definita, alcuni soggetti combattevano con delle forme di congiuntivite ricorrente, esacerbate dall’esposizione alla luce solare, e per cui i comuni antistaminici topici e sistemici non sembravano efficaci. Solo gli steroidi avevano un ruolo nell’attenuazione del fastidio ma, alla prima sospensione, l’infiammazione tornava prepotente.
Eppure la storia della diagnosi di VKC è datata, e parte dal 1846, quando Artl per la prima volta descrive l’edema perilimbare caratteristico. Qualche anno dopo, von Graefe osserva a livello della congiuntiva tarsale superiore le papille giganti, ovvero l’infiammazione ghiandolare. Nel 1872 Saemisch conia il termine di "catarro primaverile" in una case series di riacutizzazione stagionale. Il primo a descrivere i patognomonici “trantas dots” perilimbari è Horner, poi meglio caratterizzati proprio da Trantas nel 1899 (noduli di Horner-Trantas). Agli inizi del nuovo secolo, Herbert correla queste forme infiammatorie alla presenza di eosinofili nel sangue periferico dei pazienti affetti, poi riscontrati anche nelle secrezioni congiuntivali da Gabrielides.