Editoriale
Da qualche tempo, l’assistenza sanitaria pubblica, per svariati motivi, non ultimi economici, ha iniziato un lento ma costante declino. L’Oftalmologia italiana protagonista indiscussa anche in campo internazionale del rinnovamento tecnologico, si ritrova a dover rinunziare ad utilizzare, soprattutto in ambito chirurgico, a determinati devices di ultima generazione perché non compresi nelle quotazioni degli attuali DRG.
Faccio riferimento alle lenti intra oculari definite Premium indispensabili per la correzione dei vizi di refrazione nei pazienti affetti da cataratta, ed ai mezzi drenanti più o meno valvolati fondamentali per ottenere un buon compenso pressorio nei pazienti glaucomatosi di interesse chirurgico.
Cataratta e glaucoma, patologie che con l’allungamento della vita media colpiscono gran parte della popolazione anziana, con conseguenti importanti risvolti sociali sulla qualità della vita.
Anziani che rappresentano il 70-80% del fatturato della chirurgia oftalmica.
I pazienti correttamente informati dalla classe medica migrano, quando economicamente autosufficienti, dall’assistenza sanitaria pubblica a quella privata per poter usufruire degli aggiornamenti tecnologici.
E sin qui tutto regolare.
Stiamo però assistendo, da qualche tempo a questa parte, all’ingresso nel “mercato” nazionale di gruppi di investitori e finanziatori di centri chirurgici oftalmologici privati.
Non possono certamente essere considerati dei buoni samaritani, perché puntano non all’affiancamento ma alla sostituzione del SSN controllando il mercato con onorari da loro decisi ma soprattutto con medici specialisti loro dipendenti.
È questo un campanello d’allarme che non possiamo sottovalutare, ma che dovrebbe spingere l’amministrazione sanitaria pubblica e privata più o meno convenzionata a studiare e trovare provvedimenti che impediscano un monopolio guidato solo da interessi economici.
Monopolio vuol dire mancanza di equilibrio con conseguenti profitti di pochi e scarsa tutela del paziente.
Ricordo a me stesso il giuramento di Ippocrate al quale ho aderito il giorno in cui ho intrapreso il lungo e complesso percorso della professione medica. Come nel mio caso tutti noi abbiamo aderito a quelle elette istanze non per formalismo, ma per restare fedeli alla nostra coscienza che non permette deroghe e nessuna eccezione.

