Il "caffè sospeso" dell’Oftalmologia Italiana

di A. Rapisarda

A cosa serve una società scientifica? Tra i primi, basilari obiettivi, favorire la promozione della scienza, creare una rete di conoscenze fra gli associati che sviluppi lo spirito di appartenenza, svolgere ruolo di riferimento in campo educativo e culturale, essere punto di riferimento etico per una intera comunità professionale. Il tutto ovviamente attraverso meccanismi democratici (peraltro sanciti dalla nostra costituzione).

Cosa leggerete in questa edizione

di A. Lucente

L’intervista a Michele Marraffa apre questo secondo quadrimestre di Oftalmologia Domani. Michele è Oftalmologo di lungo corso con la passione per il Glaucoma. Direttore Responsabile dell’U.O.C. di Oculistica dell’Ospedale di Bussolengo, il suo impegno comprende anche il presidio di Villafranca. Lo sguardo alla formazione delle nuove leve è stato un tema non trascurato dall’intervistato, perseguito con vigile e proficua sollecitudine.

Le interviste di Oftalmologia Domani

Dopo due anni d’interviste a colleghi importanti in lungo e in largo per la nostra penisola, continuiamo a incontrare e conoscere altri Oftalmologi, riferimento sicuro dell’eccellenza dell’Oculistica Italiana.

Un reparto di oftalmologia in prima linea in era Covid

Miroslav Kacerik
Direttore U.O.C. Oculistica ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo


Abstract: Le implicazioni oculari della malattia Covid-19 sono percentualmente basse e fortunatamente non gravi e la via di trasmissione tramite secrezioni oculari di SARS-CoV-2, benché possibile, è di secondaria importanza rispetto a quella tramite droplets o contatto con superfici contaminate. L’Oculista deve comunque mettere in atto tutte le strategie possibili nella sua attività per prevenire la trasmissione del contagio, attenendosi alle indicazioni delle autorità regolatorie. L’Oculista che presti opera presso Aziende Sanitarie coinvolte nella cura di malati Covid-19 deve essere flessibile e adattabile a rapide e numerose riorganizzazioni della attività assistenziale in base al livello pandemico e pronto, presso diverse realtà, a prestare direttamente assistenza quando richiesto nei reparti Covid e per la campagna vaccinale.

Cheratoplastica lamellare anteriore profonda assistita da laser a Femtosecondi: risultati preliminari di una nuova tecnica standardizzata

di Alessandra Mancini, Giuseppe Giannaccare, Andrea Lucisano, Vincenzo Scorcia
Unità Operativa di Oftalmologia, Università Magna Graecia di Catanzaro, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche


Abstract
Obiettivo: valutare la percentuale di successo e gli outcomes iniziali di una nuova tecnica chirurgica standardizzata di cheratoplastica lamellare anteriore profonda con tecnica “Big Bubble” (BB-DALK) assistita da laser a femtosecondi (FSL) in pazienti affetti da cheratocono.

La fotobiomodulazione nel trattamento della degenerazione maculare senile atrofica: una nuova prospettiva terapeutica

di Pier Luigi Esposti1, Giulia Esposti1, Francesco Costantino2
1Studio Oculistico Esposti, Siena
2Scuola di Specializzazione in Oftalmologia Università di Siena


Abstract: Questo articolo prende lo spunto dalla coesistenza di due situazioni: da un lato, una delle patologie retiniche a più alta incidenza quale la degenerazione maculare atrofica (DRY AMD), causa più frequente di cecità legale al di sopra dei 55 anni nei paesi industrializzati, dall’altro, la mancanza, al momento, di valide opportunità terapeutiche per il suo trattamento.

La canaloplastica. Una storia d’amore che dura da 13 anni

di Paolo Brusini
Responsabile Reparto di Oculistica – Policlinico “Città di Udine”, Udine


Abstract: La canaloplastica è un intervento chirurgico non perforante che si prefigge di ridurre la pressione oculare riattivando le vie di scarico fisiologiche dell’umore acqueo. Le indicazioni principali sono costituite dal glaucoma primario ad angolo aperto, dal glaucoma giovanile e dal glaucoma pigmentario con danni morfo-funzionali lievi o moderati e IOP target non troppo bassa. I risultati a lungo termine sono soddisfacenti, anche se spesso è necessario ricorrere ad un trattamento medico per tenere sotto controllo la IOP. Le difficoltà tecniche di esecuzione e i costi piuttosto elevati sono i principali inconvenienti di questa metodica. L’Autore presenta la propria esperienza basata su oltre 700 occhi operati in 13 anni.

Emoderivati nelle patologie della superficie oculare

di Giovanna Gabbriellini, Francesco Sartini, Martina Menchini
U.O. Oculistica Universitaria Dipartimento Specialità Chirurgiche Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Pisa


Abstract: Numerosi emoderivati sono stati proposti per il trattamento di patologie della superficie oculare, dal dry-eye moderato severo a quadri di Sindrome di Sjögren e cheratopatia neurotrofica. Gli emoderivati possono essere di natura autologa o allogenica, in formulazione di collirio o gel. Il materiale allogenico può derivare da sangue periferico di donatore o da cordone ombelicale, mentre i componenti piastrinici si distinguono in plasma ricco di piastrine, plasma arricchito con fattori di crescita e lisato piastrinico. Gli emoderivati apportano citochine, fattori di crescita, vitamine, sostanze batteriostatiche e inibitori delle metalloproteinasi, permettendo il recupero dell’omeostasi e della crescita ed integrità delle cellule epiteliali. L’utilizzo di prodotti a varie concentrazioni ha dimostrato un miglioramento della sintomatologia dei pazienti, valutata mediante questionario OSDI e dei parametri infiammatori quali il tear break up time test (BUT), la colorazione mediante fluoresceina e verde di lissamina ed il test di Schirmer. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per definire le indicazioni, le concentrazioni più efficaci e il profilo di sicurezza dei colliri a base di emoderivati.

Foro maculare a tutto spessore secondario ad edema maculare post occlusione della vena centrale della retina: Case Report

Pierpaolo Patteri1, Pierangelo Pintore1, Pierpaolo Pintore2, Giulia Pintore3, Giuseppina Casu1
1Dirigente medico U.O Oculistica Alghero
2Medico Oftalmologo libero professionista, Alghero
3Specialista in formazione in Oftalmologia, Università degli Studi di Sassari


Abstract: L’occlusione della vena centrale della retina è una patologia in grado di comportare un severo deterioramento della funzione visiva. Si tratta di una affezione frequente, la cui prevalenza (intesa come il numero di persone affette rispetto ad una data popolazione) è pari a circa 5,2 casi ogni 1000 abitanti senza preferenza di sesso. Se ne riconoscono due forme principali: l’occlusione venosa centrale ischemica e quella non ischemica [1]. In entrambe si riscontra un danno funzionale, generalmente dovuto all’edema maculare associato ad alterazioni strutturali a carico dei fotorecettori, a cui si può aggiungere l’edema del nervo ottico capace di provocare sofferenza ischemica dello stesso. I fattori di rischio sono: ipertensione arteriosa, dislipidemia, patologie cardio-vascolari, diabete mellito, iperviscosità ematica, patologie trombo-emboliche e glaucoma [1][2].

Glaucoma e stili di vita. Possiamo fare qualcosa oltre ad abbassare la pressione?

Enrico Martini
Responsabile U.O.C. Oculistica - Ospedale di Sassuolo (MO)


Abstract: Nonostante l’abbassamento della pressione intraoculare sia il solo metodo validato da evidenze di ridurre il rischio di comparsa o progressione del glaucoma, appare ben chiaro che la pressione intraoculare non è il solo fattore di rischio e non è sufficiente a spiegare la patogenesi della malattia.

Uno sguardo all’oftalmologia in Russia

di Anna Bugrova
Istituto Sanitario Pubblico di Bilancio Ospedale Clinico Regionale N. 3, Centro per le Condizioni di Emergenza e Lesioni agli Organi Visivi, C˘ eljabinsk (RUS)


Il mio nome è Anna Bugrova, sono una oculista russa, da 5 anni esercito la mia professione come chirurgo oftalmologo nella posizione di dirigente medico presso l’Istituto Sanitario Pubblico di Bilancio Ospedale Clinico Regionale numero 3 nel Centro per le Condizioni di Emergenza e Lesioni agli Organi Visivi nella città di Celjabinsk. Celjabinsk, capitale dell’omonima provincia dove vivo e opero, è situata alle pendici orientali dei Monti Urali con una popolazione di 1.187.960 abitanti.

La Pachicoroide

di Francesco Sartini, Martina Menchini, Michele Figus
U.O. Oculistica Universitaria - Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica, PISA


Abstract: I recenti sviluppi tecnologici della tomografia a coerenza ottica (OCT) hanno consentito di individuare l’interfaccia sclero coroideale, permettendo un’analisi dettagliata della coroide stessa e la misurazione del suo spessore. Per definire un aumento focale o diffuso di quest’ultimo è stato coniato il termine Pachicoroide. Tuttavia, oggi giorno tale termine definisce un fenotipo caratterizzato da una riduzione dello spessore della coriocapillare al di sopra di vasi coroideali dilatati ed iperpermeabili, con l’eventuale presenza delle pachydrusen (depositi simil-drusen).

Interpretazioni tomografiche della retina fotorecettoriale e valore funzionale della membrana limitante esterna

di Amedeo Lucente


Abstract: L’articolo muove dalla constatazione che la ricerca di nuovi biomarkers retinici trova sempre più consenso scientifico e soddisfacenti rispondenze nella pratica tomografica.