La lassità palpebrale orizzontale. Sua valutazione semeiologica e variazione per fasce di età
Abstract: L’età produce nella palpebra inferiore sia lassità orizzontale che verticale. La lassità palpebrale orizzontale (LPO) e la lassità tendinea cantale mediale (LTCM), correlata alla LPO, sono state considerate e quantificate come parametri della palpebra inferiore utili per la diagnosi e la stadiazione delle due principali malposizioni involutive senili della palpebra inferiore: l'entropion e l'ectropion.
Lo scopo di questo studio è quello di quantificare la LPO e la LTCM (calcolata nelle due posizioni di riposo e di trazione palpebrale) della palpebra inferiore in un gruppo di 532 soggetti normali. Sono stati inclusi nello studio 493 soggetti normali tra i 532 soggetti arruolati inizialmente con criterio random. Essi erano tutti soggetti caucasici in cui non era mai stata eseguita in precedenza alcuna chirurgia coinvolgente il bulbo o gli annessi extraoculari. Solo un occhio è stato selezionato con criterio random. Il gruppo totale dei pazienti è stato suddiviso in tre sottogruppi in relazione all'età dei soggetti come segue: Gruppo 1(G1), età compresa tra i 40 e 60 anni - Gruppo 2 (G2), età tra i 61 e 80 anni - Gruppo 3 (G3), età compresa tra gli 81 e i 100 anni. In tutti gli occhi studiati è stata calcolata sia la LPO che la LTCM (calcolata nelle due posizioni di riposo e di trazione palpebrale). Sono state calcolate l'analisi della varianza (ANOVA) di tali parametri presi in esame e le correlazioni tra tali parametri e l'età dei soggetti stessi. Sono stati utilizzati quindi il t test di Student per dati appaiati ed il coefficiente r di Pearson, quando la distribuzione dei dati era normale, inoltre il test non parametrico di Mann-Whitney ed il coefficiente r di Spearman, quando invece la distribuzione dei dati era non normale, sono stati usati per l'analisi statistica. Per tutti i tests statistici un valore di p < 0.05 è stato considerato statisticamente significativo. La varianza della LPO e della LTCM (posizione di trazione) nei tre gruppi di soggetti presi in esame risulta statisticamente significativa negli occhi studiati.
Sono state quindi trovate significative correlazioni tra la LPO e le LTCM (in posizione di trazione) per ogni gruppo di età. Simili correlazioni sono state ottenute tra l'età stessa dei pazienti e la LPO e la LTCM (posizione di trazione). LA LPO e la LTMC (posizione di trazione) variano gradualmente in modo statisticamente significativo con l'età. Essendo la lassità palpebrale orizzontale la principale causa delle malposizioni involutive della palpebra inferiore, una appropriata tecnica chirurgica deve essere pianificata con lo scopo di ottenere una efficace e duratura correzione chirurgica del difetto.
Keywords: Lassità palpebrale orizzontale, Lassità tendinea cantale mediale, Entropion, Ectropion.
Abbreviations: LPO (Lassità Palpebrale Orizzontale), LTCM (Lassità Tendinea Cantale Mediale), G1 (Gruppo 1), G2 (Gruppo 2), G3 (Gruppo 3), ANOVA (Analisi della Varianza), D.S: (Deviazione Standard).

Introduzione
L'aumento dell'età produce una progressiva degenerazione dei tessuti elastici e fibrosi delle palpebre con particolare riferimento alla palpebra inferiore che ha una costituzione più esile rispetto a quella superiore. Queste alterazioni producono conseguente cedimento della stessa palpebra inferiore e quindi lassità palpebrale orizzontale e verticale.
La lassità palpebrale orizzontale (LPO) è correlata alle modifiche involutive del tarso e del muscolo orbicolare (lassità dei tendini cantali mediale e laterale), mentre la lassità verticale è correlata a modifiche involutive del sistema del muscolo retrattore della palpebra inferiore e del setto orbitario ed è spesso associato a prolasso di grasso nel fornice, specialmente in corso di entropion.
La lassità tendinea cantale mediale (LTCM), che può essere misurata sia a riposo che in trazione, è una ulteriore espressione della LPO.
L'aumento della LPO è stata considerata dalla principale letteratura oftalmologica come una delle più comuni cause delle principali forme di malposizioni involutive senili della palpebra inferiore: l'entropion e l'ectropion. L'ipertrofia del muscolo orbicolare è presente solo nell'entropion, quando invece una ridondanza della lamella posteriore è presente solo nell'ectropion.
Risulta determinante una accurata valutazione preoperatoria nel determinare l'etiologia della malposizione palpebrale e quindi nell'orientare il chirurgo nella più appropriata tecnica chirurgica da utilizzare.
Lo scopo di questo studio è quello di misurare la LPO e la LTCM in un gruppo di soggetti normali e quindi di valutare come cambiano tali parametri in relazione all'età dei soggetti stessi studiati. Sono state quindi calcolate la varianza di tali parametri in relazione all’età dei pazienti e le correlazioni e tra ogni parametro e l'età dei soggetti stessi.
Materiali e metodi
Sono stati arruolati 532 soggetti normali negli ultimi 13 anni dall' Ambulatorio di Chirurgia Oftalmoplastica della Unità Complessa di Oculistica dell’Ospedale Padre Antero Micone, ASL3 Genovese, Genova. In tutti i soggetti arruolati è stato selezionato solo un occhio con criterio random. Tutti i soggetti erano di razza caucasica. Coloro che avevano subito in passato prima dello studio una qualsiasi procedura chirurgica coinvolgente gli annessi extraoculari o i bulbi oculari stessi sono stati esclusi.
Abbiamo quindi suddiviso il gruppo totale di soggetti inclusi nello studio in tre sottogruppi distinti per fascia di età:
• Gruppo 1(G1): età tra i 40 e i 60 anni
• Gruppo 2 (G2): età tra 61 e 80 anni
• Gruppo 3(G3): età tra 81 e 100 anni
Sono stati misurati quindi la LPO e la LTCM (in riposo ed in trazione) in tutti i singoli pazienti.
In ogni gruppo la LPO è stata misurata grazie al “pinch test” che consiste nel misurare tramite un compasso la distanza fra la superficie del bulbo e l’apice della plica palpebrale che si forma allontanando il margine palpebrale dalla superficie del bulbo oculare. Se tale spostamento è maggiore o uguale a 8 mm si è in presenza di una significativa lassità orizzontale.
Tutte le misurazioni con il compasso sono state effettuate con un'approssimazione al mezzo millimetro più vicino.
La LTCM (posizione di riposo) è stata misurata come descritto da Olver in cui sia il paziente che l'osservatore sono seduti, uno di fronte all'altro allineati a livello dell'occhio. Il paziente è istruito a fissare con l'occhio esaminando l'occhio controlaterale dell'osservatore. La posizione di riposo del puntino lacrimale inferiore è notata usando una scala visiva che correla la posizione del puntino lacrimale stesso in relazione alla plica semilunare, al margine mediale del limbus corneale e all'asse visivo. Si considera normale la posizione se il puntino lacrimale inferiore è situato lateralmente ad una linea verticale tracciata perpendicolarmente attraversante il puntino lacrimale superiore ed in prossimità alla plica semilunare. Questa posizione rappresenta il grado 0. Se il puntino lacrimale dell'occhio esaminato risulta mediale al puntino lacrimale superiore si ha invece il grado -1.
Infine se il puntino inferiore risulta posizionato lateralmente si ha il grado +1 e quindi in relazione alla sua ulteriore dislocazione laterale i successivi gradi. (Il range totale è quindi compreso tra -1 e + 4).
La LTCM in trazione misura la posizione del puntino lacrimale inferiore a seguito di una trazione meccanica laterale. Essa viene intesa come la posizione più laterale raggiunta dal puntino inferiore in relazione alla cornea. Il range dei valori ottenibili con questo test è compreso tra + 1 e + 6. Si esegue spingendo lateralmente la parte mediale della palpebra inferiore lungo una linea orizzontale fino a che il puntino inferiore si arresta e che quindi non si può più spingere ulteriormente con tale trazione.
Sia la LPO che entrambe le LTCM sono state sempre misurate dallo stesso osservatore (MA).
Abbiamo studiato i valori di tali parametri semeiologici e quindi ne abbiamo studiato la varianza in relazione all’età e le eventuali correlazioni tra loro stessi in tutti i sottogruppi per fascia di età e infine le correlazioni tra i singoli parametri e l'età dei soggetti inclusi nello studio.
