Olio di Karitè: possibile utilizzo in oftalmologia
Abstract: L’introduzione degli analoghi delle prostaglandine ha avuto un impatto molto determinante nella terapia del glaucoma paragonabile a quello dei beta-bloccanti negli anni Settanta. Le meta-analisi hanno dimostrato che questi colliri sono più efficaci oltre che dei beta-bloccanti anche degli inibitori dell'anidrasi carbonica e degli agonisti alfa-adrenergici nel trattamento del glaucoma ad angolo aperto. Questo breve studio osservazionale intende porre l’attenzione sull’efficacia dell’uso cutaneo dell’olio di Karitè al 99% nel limitare gli effetti collaterali di questi efficaci farmaci, migliorando in particolar modo l’aspetto cutaneo e congiuntivale con aumento della compliance alla terapia da parte dei pazienti.
Keywords: CAGR Compound ed Average Growth Rate, IUCN International Union for Conservation of Nature, PG ProstaGlandine.
Introduzione
L’albero del Karitè o albero del burro (Vitellaria paradoxa) cresce nelle savane, dall'Africa orientale all'area del fiume Nilo, dove può prevalere la varietà Vitellaria nilotica. È una pianta della famiglia delle Sapotacee diffusa in Africa, in special modo nel Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Costa d'Avorio, Etiopia, Ghana, Guinea, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sudan, Sudan del Sud, Togo e Uganda.
L’albero di Karitè può raggiungere un’altezza di 10/15 metri; il suo tronco alla base arriva, dopo alcuni anni, anche ad un metro di diametro. La corteccia si è adattata a proteggerlo dalle alte temperature della savana. I rami sono corti e robusti con foglie a ciuffi allungate e lunghi piccioli, mediamente di 5/15 cm.
La fioritura avviene tra dicembre e marzo con fiori verdi e gialli molto profumati. Dai semi, simili a noci, si ricava il burro di Karitè delle stesse sfumature dei fiori, giallo-verde, di sapore dolciastro.
La produzione media per una singola pianta varia tra i 10 e i 20 kg; la produzione inizia dal quindicesimo anno di vita e può arrivare a 80 chilogrammi di noci fresche.
Il burro di Karitè è stato nel tempo variamente utilizzato. Principalmente in ambito cosmetico e culinario, inizialmente, prima che le sue qualità fossero appieno apprezzate, veniva mescolato al terreno al posto della calce per rivestire i muri delle case.
L’albero di Karitè, chiamato dalle popolazioni locali anche "albero della giovinezza", è stato utilizzato per ricavare dai suoi frutti balsami per massaggi e rimedi medicamentosi protettivi per la pelle contro gli agenti atmosferici.
La IUCN, International Union for Conservation of Nature, nota anche come Red List or Red Data Book, Lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura istituita nel 1964, che rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il globo terrestre, ha incluso l’albero di Karitè tra le specie a rischio e vulnerabili per il loro eccessivo sfruttamento a finalità economiche.
In dermatologia il burro di Karitè per le sue proprietà è stato infatti da molto tempo utilizzato diffusamente.
Ha un altissimo contenuto in sostanze insaponificabili (dal 12% al 18%), indispensabili e fondamentali per il miglioramento della tonicità e la naturale elasticità della pelle. In presenza di alcali tali sostanze non si idrolizzano, contrariamente ai grassi che si scindono in alcole e acido (o nel sapone) corrispondenti. È composto prevalentemente da trigliceridi con la distribuzione tipica di acidi grassi.
Da studi recenti si è rilevato che tali sostanze insaponificabili intervengono nel processo fisiologico di produzione dei fibroblasti e dell'elastina, importanti per mantenere la pelle elastica. Il burro di Karitè possiede anche una buona capacità filtrante nei confronti dei raggi ultravioletti. Ricchissimo anche di vitamine A, B, E ed F, può essere di aiuto nella secchezza cutanea e alle varie situazioni patologiche ad essa collegate.
Inoltre ha dimostrato di prevenire la formazione di smagliature frequenti in gravidanza e durante l'allattamento: ha in definitiva una funzione anti-aging.
Dopo l'uso prolungato del burro di Karitè si è notato inoltre una riattivazione della circolazione sanguigna nei capillari, rendendolo adatto in caso di "couperose". Infine, per il suo elevato grado di assorbimento cutaneo, può essere spalmato sulla pelle senza lasciare l’effetto "unto" così antiestetico e poco gradito.