Giuseppe Giannaccare*, Marco Nardi**, Antonello Rapisarda***, Vincenzo Scorcia****
* Clinica Oculistica, Università di Cagliari
** MiniHospital S. Pertini, Pisa
*** Policlinico Morgagni, Catania
**** UO Oculistica, Università Magna Graecia, Catanzaro

Un semplice schema diagnosticoterapeutico per le diverse forme di occhio secco

Abstract: Il termine “occhio secco” (dry eye) è un ombrello sotto cui sono comprese forme di una patologia estremamente diffusa. Sfortunatamente i test diagnostici evoluti, qualitativi e quantitativi, ed i questionari, utili nelle ricerche, non sono generalmente disponibili o utilizzabili nella pratica clinica. Molto spesso inoltre non vi è corrispondenza tra i risultati di questi test e la gravità del discomfort. È quindi necessario un approccio, applicabile da un punto di vista ambulatoriale, che tenga conto della strumentazione e del tempo disponibili in tale contesto: ovvero che pragmaticamente si limiti, usando tecniche low tech, a quanto necessario per la diagnosi e per impostare la terapia. Scopo del presente lavoro è quello di fornire alcune semplici linee guida per una diagnosi differenziale tra le varie forme di occhio secco e le indicazioni terapeutiche più indicate per ciascuna forma.

Keywords: occhio secco, dry eye, diagnosi, classificazione, terapia.

Introduzione

Il termine “occhio secco” (dry eye) è un ombrello sotto cui sono comprese forme molto diverse di ipo-dislacrimie con una sintomatologia variabile che può andare da un lieve discomfort fino ad un vero e proprio dolore oculare.

È spesso presente una significativa riduzione della qualità della vista e della qualità della vita. È importante che ciascuna di queste diverse forme sia accuratamente individuata in quanto un trattamento specifico e personalizzato aumenta significativamente le possibilità di successo.

La sottovalutazione del discomfort oculare riferito dal paziente con dry eye è la prima causa di insoddisfazione per la visita oculistica nei paesi ad alto reddito. In particolare, uno dei sintomi più frequentemente sottovalutato e causa di incomprensioni tra paziente e specialista è la riduzione transitoria della acuità visiva.

È noto che nell’occhio secco l’acuità visiva può ridursi sensibilmente pochi secondi dopo un ammiccamento e viene ristabilita solo dopo il successivo ammiccamento. Ciò spesso non risulta quando viene misurata la acuità visiva (best corrected visual acuity o BCVA) in quanto lo specialista consiglia al paziente di ammiccare frequentemente durante l’esame. Tutto questo è di esperienza comune in alcuni pazienti dopo l’intervento di cataratta ove, alla lamentela della non buona visione, lo specialista oppone che la BCVA è pari a 10/10. Recentemente sono stati introdotti test diagnostici sempre più evoluti sia di tipo qualitativo che quantitativo, non sempre però disponibili routinariamente; non sempre poi vi è corrispondenza tra gli stessi e la sintomatologia riferita; esistono inoltre questionari validati per la qualità della vita (QOL) che però sono indaginosi, richiedono tempo e non sono utili per la diagnosi della forma specifica di occhio secco nel paziente in oggetto. Considerate tutte le criticità sopra dettagliate, è quindi necessario individuare un approccio semplificato applicabile in tutti i contesti che tenga conto delle limitazioni di tempo e strumentazione.

Quali indagini si possono fare in un normale ambulatorio?

• Anamnesi
• Esame biomicroscopico per:
- valutazione del margine palpebrale
- valutazione del menisco lacrimale inferiore e del film lacrimale
- spremitura delle ghiandole di Meibomio
- colorazione vitale con fluoresceina e verde di lissamina
• Break-up time (BUT)
• Test di Schirmer
• Sensibilità corneale meccanica

Di queste indagini le prime 3 (anamnesi, esame biomicroscopico e break-up time) sono generalmente sufficienti per una diagnosi di occhio secco e per un corretto inquadramento delle singole forme.

Quali forme di occhio secco posso individuare?

- occhio secco semplice
- occhio secco con disfunzione delle ghiandole di Meibomio
- occhio secco con blefarite
- occhio secco con aumentato rapporto muco/componente acquosa

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