Perché non vieni con noi in missione?
Partecipare ad una missione umanitaria è una esperienza formativa molto impattante nella crescita di un medico specialista. Apre la mente e fa comprendere appieno quale è il vero compito del Medico: aiutare le persone malate ed in difficoltà.
Nei Paesi del Terzo Mondo ci si può andare anche da soli ma per essere davvero utili, è preferibile avere una organizzazione alle spalle. Per questo motivo 21 anni fa, nel 2004, ho fondato una Onlus, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, con il sostegno di colleghi ed amici volenterosi, denominandola A.I.R.O.: Associazione Italiana Rinnovamento in Oculistica.
Questa Onlus, ora divenuta ETS, Ente del Terzo Settore, è nata con lo scopo di migliorare l’assistenza ai pazienti affetti da patologie oculari in Italia ma soprattutto all’Estero, nei paesi svantaggiati del Terzo Mondo.
Da quasi venti anni facciamo una o più missioni all’anno in Africa nelle 3 sedi che abbiamo contribuito ad attrezzare con nostri strumenti sia in ambulatorio che in sala operatoria, a Sogakofe in Ghana ed in 2 sedi in Madagascar: Ambanja ed Antsiranana.
Una missione umanitaria è un’esperienza formativa da un punto di vista professionale ma soprattutto umano perché ti insegna a capire che cosa è la vita.
E lo insegna a noi, professionisti super specializzati in un mondo molto tecnicistico, che corriamo il rischio di diventare poveri nell’animo perdendo di vista i valori che fanno della Medicina una missione e del rapporto umano un dono che cura più delle medicine. Nonostante le difficoltà della nostra società italiana, noi siamo i ricchi, quelli baciati dalla fortuna, solo per essere nati qui in Occidente.
E non lo capiamo o, almeno, non ce lo ricordiamo mai!
Come spesso facciamo, anche quest’anno siamo partiti il 1 gennaio per una missione di un paio di settimane. Destinazione Sogakofe, Ghana. Temperatura 36 gradi, percepita 41!
Non iniziamo bene...arriviamo ad Accra la sera e non è arrivata neanche una valigia su 9 che ne avevamo spedite...assurdo! Ci sono tanti materiali raccolti per la missione, molti donati, alcuni acquistati dalla nostra AIRO Onlus ETS con i contributi del 5 per mille di chi amichevolmente, ci supporta. In aeroporto, uno sconforto: ci sono almeno 100 valigie dei voli del giorno prima...probabilmente è una reazione a catena. Speriamo di riaverle domani (le riavremo invece dopo 4 giorni!).
Fa un caldo esagerato e noi siamo vestiti come in Italia il 1 gennaio....
Ci vengono a prendere con un vecchio pulmino donato molti anni fa, da un benefattore, all'ospedale comboniano di Sogakofe.
Il bagaglio che non arriva è un’evenienza che capita ovunque...ma qui questi problemi sono più frequenti. Tutto qui è più complicato... anche le cose semplici non è detto che si possano fare. Ci sono sempre degli intoppi. Quello che traspare è una sorta di rassegnazione che le cose debbano andare così. Lo si ritrova in tutto.
Anche col nostro piccolo contributo di missionari che aiutano il centro a migliorarsi venendo ogni anno da 20 anni, il Centro Comboniano si è dotato di un medico ghanese, un oculista assunto qui in maniera stabile che ricopre anche la funzione di direttore sanitario dell'ospedale. Però, purtroppo, quando non ci sono missioni, l'ambulatorio di oculistica del Comboni è disabitato e ciò contrasta grandemente con ciò che invece ritroviamo noi…lunghe file davanti all’ambulatorio. A noi arrivano circa un centinaio di pazienti da visitare ogni giorno con casi spesso drammatici di fronte ai quali a volte ci sentiamo impotenti. Tante, tantissime cataratte bilaterali di vecchia data con pazienti ciechi o quasi ciechi.