Roberto dell'Omo1,2, Mariaelena Filippelli2, Marianna Carosielli1, Giuseppe Rapino1, Marzia Affatato1, Pasquale Cucciniello1, Gianni Virgili3, Nicolina Gianfrancesco2, Ciro Costagliola4, Giuseppe Campagna5
1 Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute “Vincenzo Tiberio”, Università del Molise, Campobasso
2 Unità Operativa Complessa di Oftalmologia, P.O. “Antonio Cardarelli”, Campobasso
3 Clinica Oculistica, Ospedale Didattico AOU Careggi, Università degli Studi di Firenze
4 Dipartimento di Oftalmologia, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
5 Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e Medicina Traslazionale, Sapienza Università di Roma

Biomarcatori dei residui della corteccia vitreale negli occhi con distacco retinico regmatogeno primario

ABSTRACT

Scopo: Lo scopo di questo studio è stato quello di identificare i biomarcatori preoperatori dei residui della corteccia vitreale (VCRs) negli occhi con distacco di retina regmatogeno (RRD).

Metodi: Serie prospettica di 35 occhi trattati con vitrectomia pars plana (PPV) per riparare il RRD. Prima dell'intervento, la tomografia a coerenza ottica (OCT) e l'ecografia B-scan (US) sono state utilizzate per studiare l'interfaccia vitreo-retinica e lo stato della corteccia vitreale. Se rilevati durante la PPV, i VCRs venivano rimossi. Le immagini acquisite prima dell'intervento sono state confrontate con i risultati intraoperatori e con le immagini OCT postoperatorie scattate ad 1, 3 e 6 mesi di follow-up. Sono state eseguite analisi di regressione multivariata per determinare le associazioni tra i VCRs e variabili preoperatorie.

Risultati: La presenza di VCRs maculari (mVCRs) e periferici (pVCRs) è stata riscontrata intraoperatoriamente rispettivamente nel 56,8% e nel 52,9% degli occhi. Prima dell'intervento, uno strato iperriflettente preretinico (PHL) e un aspetto a dente di sega della superficie retinica (SRS) sono stati identificati con l'OCT rispettivamente nel 72,6% e nel 65% degli occhi. Le sezioni ecografiche (ottenute con esame sia statico che cinetico) hanno mostrato la presenza di una corteccia vitreale che decorre parallela lungo la retina distaccata (il "segno del rivestimento/"lining sign") nel 51,8% dei casi. Le analisi di regressione multivariata hanno mostrato la presenza di un'associazione tra PHL e SRS (P=0,003) e l'evidenza intraoperatoria di mVCRs (P<0,0001) e tra SRS e “lining sign” e pVCRs (P= 0,0006 e 0,04, rispettivamente).

Conclusioni: PHL e SRS all’esame OCT ed il "lining sign" all’ecografia sembrano essere utili biomarcatori preoperatori della presenza intraoperatoria di VCRs.

Rilevanza traslazionale: L'identificazione preoperatoria dei biomarcatori dei VCRs può aiutare a pianificare la strategia operatoria negli occhi con RRD.

Keywords: distacco di retina regmatogeno, tomografia a coerenza ottica (OCT), ecografia B-scan (US), residui della corteccia vitreale (VCRs).

Introduzione

La separazione progressiva e spontanea della corticale del vitreo dalla retina fa parte del normale processo di invecchiamento. La separazione può essere completa, implicando un distacco di tutto il vitreo dalla superficie della retina, o, più spesso, né completa né uniforme. Quest'ultimo fenomeno, denominato distacco posteriore di vitreo (PVD) anomalo, è causato dalla liquefazione del gel vitreale non accompagnata da un concomitante indebolimento dell'adesione vitreoretinica.

La vitreoschisi è una forma di PVD anomalo caratterizzata dalla separazione della corteccia vitreale posteriore, che lascia residui di corteccia vitreale (VCRs) aderenti alla membrana limitante interna (ILM).

La presenza di vitreoschisi e VCRs associati è stata frequentemente osservata in occhi con disturbi dell'interfaccia vitreo-retinica compreso il distacco regmatogeno della retina (RRD).
La corretta identificazione della vitreoschisi è fondamentale nella valutazione preoperatoria e nella pianificazione chirurgica perché può avere un profondo impatto sull'approccio chirurgico, sulla prognosi, sui risultati visivi e anatomici e sulla stratificazione del rischio per il successivo sviluppo della vitreoretinopatia proliferativa (PVR).

Infatti, secondo alcuni Autori, la rimozione dei VCRs negli occhi con RRD può essere utile per prevenire la proliferazione cellulare sulla superficie retinica ed evitare la formazione della membrana epiretinica (ERM) e lo sviluppo di PVR.

Però, la rimozione dei VCRs è impegnativa e richiede molto tempo; pertanto sarebbe auspicabile l'identificazione preoperatoria dei VCRs negli occhi con RRD per i quali è stata pianificata la vitrectomia pars plana (PPV) e il peeling dei VCRs.

Al momento non esistono segni particolari all’imaging per rilevare i VCRs maculari o periferici. In questo studio, abbiamo confrontato le immagini registrate prima dell'intervento utilizzando la tomografia a corenza ottica (OCT) e l'ecografia B-scan (US) con i risultati intraoperatori e le immagini postoperatorie nel tentativo di identificare i biomarcatori preoperatori dei VCRs nei pazienti affetti da RRD primari.

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