Francesca Simonelli, Francesco Testa, Claudio Iovino, Paolo Melillo, Valentina Di Iorio, Settimio Rossi, Michele Della Corte
Eye Clinic, Multidisciplinary Department of Medical, Surgical and Dental Sciences,
University of Campania Luigi Vanvitelli, Naples, Italy

Cambiamenti anatomici e funzionali dopo trattamento con Voretigene Neparvovec in bambini con distrofia retinica RP65 correlata

Abstract:
Introduzione:
Le mutazioni a carico del gene RPE65 rappresentano fino al 16 % dei casi di Amaurosi Congenita di Leber e fino al 2% di Retinite Pigmentosa. In questo articolo riportiamo la nostra esperienza sulla terapia genica sottoretinica con Voretigene Neparvovec in pazienti con distrofia retinica RPE65 correlata. In particolare, soffermandoci sui cambiamenti anatomici e funzionali indotti dal trattamento.

Materiali e metodi: Studio retrospettivo che include sei pazienti pediatrici sottoposti ad esame oftalmologico completo. L’acuità visiva corretta e la tomografia a coerenza ottica (OCT) sono state eseguite al baseline e ad ogni follow-up. In particolare, sono stati analizzati gli spessori retinici con particolare riguardo allo strato nucleare esterno.

Risultati: L’acuità visiva corretta è migliorata significativamente ad 1 e 6 mesi (P<0.001). Lo spessore della retina centrale e dello strato nucleare esterno hanno mostrato un progressivo incremento (6.4 ± 19.2 μm; P = 0.080 and 3.42 ± 7.68 μm; P = 0.091, rispettivamente) a 6 mesi. Inoltre, un incremento statisticamente significativo dello spessore dello strato nucleare esterno è stato osservato nell’anello interno della griglia ETDRS al mese 1 (4.7 ± 8.4 μm; P<0.001) e 6 (4.7 ± 8.4 μm; P<0.001). Il distacco maculare intraoperatorio non era associato ad un maggiore vantaggio in termini di guadagno di acuità visiva, ma bensì ad una lieve riduzione dello spessore dello strato nucleare esterno.

Conclusioni: Il miglioramento dell’acuità visiva e l’incremento dello spessore dello strato nucleare esterno suggeriscono che il miglioramento funzionale post trattamento in pazienti con distrofia retinica RPE65 correlata, possa essere associato al parziale ripristino della morfologia foveale.

Keywords: Distrofie retiniche ereditarie; Voretigene Neparvovec; Terapia genica.

Introduzione

Le distrofie retiniche ereditarie rappresentano una delle principali cause di cecità legale nell’infanzia. Si tratta di un gruppo di patologie oculari rare, eterogenee da un punto di vista clinico e genetico, caratterizzate da una progressiva degenerazione retinica. L’amaurosi congenita di Leber (“Leber congenital amaurosis” LCA) fu descritta la prima volta da Theodore Leber nel 1869; oggi il termine si riferisce ad un gruppo di distrofie retiniche di tipo rod-cone ad esordio precoce, severe, con un pattern di trasmissione autosomico recessivo. L’amaurosi congenita di Leber (LCA) rappresenta circa il 5% di tutte le forme di distrofie retiniche ereditarie ed ha una prevalenza di circa 1:80.000- 1: 200.000.

I geni coinvolti con maggiore frequenza nella LCA sono GUCY2D, CEP290, CRB1, RDH12 e RPE65, con una discreta variabilità a seconda delle diverse coorti studiate.

I pazienti affetti da LCA manifestano entro i primi mesi di vita nistagmo, riflessi pupillari torpidi o pupille amaurotiche, il segno oculo-digitale di Franceschetti (che consiste nel premere sull’occhio con le dita, probabilmente per stimolare i fotorecettori disfunzionali inducendo dei fosfeni) nelle forme più severe.

L’esame del fondo oculare può risultare normale inizialmente o possono essere riscontrati quadri oftalmoscopici di diversa severità, con caratteristiche simili alla Retinite Pigmentosa (RP) con pallore del disco ottico, attenuazione della trama vascolare, presenza di pigmento tipico ed atipico in media periferia e più raramente un coinvolgimento maculare.

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