a cura di Antonio Rapisarda
Oculista Libero Professionista

Cosa leggerete in questa edizione

L’ultimo numero della Rivista dell’anno 2021 è alla vostra attenzione. Con rinnovati propositi e confermata convinzione la nostra testata giornalistica arriva puntuale a voi lettori. Siamo convinti che il dialogo tra colleghi su temi di interesse comune possa costituire un efficace metodo di aggiornamento, un diretto modo di conoscerci. Questa edizione di fine anno è particolarmente ricca di spunti e riflessioni; si spera possiate trovarla interessante.

È stata approntata dall’Art Director di Jaka Congressi con eleganza e grande appealing una nuova veste grafica, a testimonianza della dedizione verso voi lettori, senza lesinare sforzi, con assoluta gratuità e generoso trasporto.
Jaka Congressi, con la sapiente direzione di Julie Anne Karimi, è da sempre vicino agli oftalmologi italiani. Con il nuovo canale digitale, mobile friendly, interamente dedicato agli occhi e alle problematiche della vista, offre ai lettori un’informazione completa, aggiornata del tutto autorevole, dove la nostra Rivista ha piena cittadinanza e visibilità. Un grazie in particolare a Simona Pelosi e Viola Muzzu per il loro prezioso contributo.

Con la Redazione si è deciso di aprire un dialogo con l’Oftalmologia Internazionale. L’intervento di colleghi di rispecchiata rilevanza e prestigio scientifico sarà proposto alla vostra riflessione. La conoscenza del loro percorso professionale ci arricchirà ulteriormente, proiettandoci verso orizzonti oltre i confini nazionali, offrendoci esperienze di professionalità assolutamente originali.
Il numero è aperto dall’intervista al Direttore Oculistica Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma, il professore Stefano Gandolfi.

Stefano Gandolfi, professionista di primissimo piano, è conosciuto anche all’estero, con un curriculum di assoluta eccellenza che conoscerete, con maggior dettaglio, leggendo le risposte non scontate e di largo profilo culturale che ci ha rilasciato. Lo ringraziamo a nome di tutta la Redazione per la disponibilità e l’elevato status professionale della sua persona e del suo pregiato eloquio.

Christopher Girkin, Best Doctors in America dal 2003 al 2016, Chairman nell’Università a Birminghan in Alabama, è uno dei massimi esperti sulla biomeccanica del nervo ottico. Le sue ricerche, esclusive e innovative, prevedono lo studio morfometrico della deformazione della lamina cribrosa alla variazione della IOP in occhi di cadavere umani, non senza il confronto con l’imaging in live.
La sua ricerca muove dalla particolare suscettibilità della popolazione afro-americana al glaucoma, ed è suffragata da notevoli e continui supporti economici da parte del NEI, National Eye Institute, e da parte di numerose fondazioni negli US.
Il colloquio che si è instaurato permette di conoscere meglio questo illustre collega e la sua esclusiva ricerca nel campo del glaucoma.

Bruno Falcomatà ci propone una personale lettura della corioretinopatia sierosa centrale. Patologia retinica classicamente caratterizzata da un leakage focale dell’EPR, con accumulo di fluido sottoretinico e sollevamento della retina neurosensoriale, generalmente colpisce la popolazione maschile tra i 20 e i 50 anni. Com’è noto la sua gestione va dalla osservazione al trattamento laser, dalla terapia fotodinamica al trattamento intravitreale con anti-VEGF, compresa la terapia con antagonisti dei recettori mineralcorticoidi.
Molte possibilità terapeutiche sono sinonimo di scarsità di efficienza. Lo scopo dell’articolo è di valutare l’efficacia del trattamento laser in questa patologia che spesso si risolve spontaneamente ma, che a volte, specie in presenza di problematiche sistemiche, umorali e caratteriali, si perpetua con sequele visive in area maculare e non solo.
L’alterazione delle cellule della retina esterna, più facilmente evidenziabili in autoflorescenza e con OCT, sono la conseguenza di più attacchi nel tempo con diminuzione visiva, della sensibilità al contrasto e a misconosciuti quanto frequenti deficit colorimetrici.
I lettori troveranno interessanti spunti per rivedere le loro conoscenze su una patologia spesso ritenuta poco importante.

Graziella Vaccaro, della scuola di Livio Giulio Marco Franco, che con autorevolezza e grande determinazione dirige da alcuni anni la divisione di Oculistica del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, ci propone un tema di neuroftalmologia.
L’ipertensione intracranica idiopatica è una rara sindrome più tipica della popolazione pediatrica. La cefalea in età pediatrica è una problematica complessa, di difficile approccio diagnostico. Spesso i pediatri ci interpellano per avere supporto e completare un iter diagnostico irto di insidie.
Il caso proposto non si sottrae alle difficoltà diagnostiche che avvertiamo in tali difficili evenienze. Il giovane paziente obeso presentava cefalea e calo del visus con papilledema bilaterale all’esame oftalmoscopico, senza altri segni di rilievo oculari e sistemici. Le indagini proposte ed effettuate, precise ed attente nel follow-up di sei mesi, hanno previsto OCT, campo visivo, TAC, RM, angio-RM e puntura lombare, che hanno confermato la diagnosi.
La terapia, altrettanto puntuale con acetazolamide a scalare, ha portato alla regressione della patologia con notevole riduzione degli scotomi al campo visivo; sono residuati disgregazione degli strati retinici esterni all’esame tomografico.
Il caso descritto ci ricorda che la nostra specialità non è solo la cataratta. L’esame retinico è la sola porta aperta verso il sistema nervoso centrale. Il nostro apporto è in molti casi fondamentale, del tutto indispensabile.
Grazie a Graziella Vaccaro e all’amico Livio Marco che hanno scelto la nostra Rivista per esporre in questa edizione due lavori scientifici che saranno apprezzati e letti con attenzione dai nostri lettori.

Antonio Berarducci della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, punta di diamante della chirurgia vitreoretinica di questo prestigioso Ente Ospedaliero che ha ottenuto dal 1991 la qualifica di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IRCCS, ci propone un caso di emangioma cavernoso retinico, principale tumore vascolare della retina. Caratterizzato da lesioni angiomatose sacculari congenite, spesso asintomatico, si può manifestare con una riduzione dell’acuità visiva in caso di coinvolgimento maculare, con o senza emovitreo.
Nel case report vengono descritte diverse caratteristiche cliniche e diagnostiche di questa temibile patologia e le differenti modalità di trattamento. La giovane paziente, in buona salute generale, con anamnesi negativa per patologie oculari, lamentava da non molto tempo riduzione del visus nell’occhio sinistro. La valutazione del segmento posteriore dell’occhio sintomatico evidenziava una lesione retinica di colore violaceo, localizzata nel quadrante supero-nasale di natura vascolare, associata a debole emovitreo. Sono stati effettuati imaging neuroradiologico, OCT, fluorangiografia retinica ed ecografia bulbare A e B scan, che hanno confermato la diagnosi.
Il lavoro proposto denota la grande esperienza di Antonio che, dopo lunga formazione al Royal Devon & Exeter Hospital del Regno Unito, dirige l’unità operativa complessa, Gruppo Retina, del reparto di oculistica diretto magistralmente e con assoluta lungimiranza dall’amico Antonio Laborante.
La letteratura scientifica presa in considerazione dagli autori, tra i quali la giovane Mariateresa Laborante, figlia d’arte, in formazione al Campus Biomedico di Roma, mette in evidenza quanto importante sia la diagnosi precoce e la tempistica nell’affrontare tale rara patologia. Grazie per il vostro prezioso contributo.

Giuseppe D’Amico Ricci, con l’amico Pierpaolo Patteri, il giovane specializzando calabrese Mario Galasso, Stefano Dore, sotto la sapiente direzione di Antonio Pinna, che da non molto ha la responsabilità della Clinica Oculistica dell’Università di Sassari, ci propongono un caso di progeria o sindrome di Hutchinson-Gilford.
Patologia estremamente rara, con prevalenza inferiore a 1/1000000, è caratterizzata da invecchiamento precoce postnatale, alopecia, cute sottile, ipoplasia ungueale, perdita del grasso sottocutaneo, rigidità articolare e osteolisi. In genere l’intelligenza non è compromessa. La difficile esistenza di questi sfortunati pazienti termina con morte precoce causata da aterosclerosi, patologie cardiovascolari oltre che da una costante difficoltà nell'alimentazione. La patologia, sporadica, è causata da una mutazione de novo dominante ricorrente e troncante il gene per la laminina. La diagnosi differenziale si pone con numerose altre sindromi progeroidi.
La donna di 34 anni, affetta anche da diabete tipo 1, presentava esteso leucoma corneale nell’occhio sinistro, per severa ed inveterata cheratite rosacea. Il calo visus nell’occhio adelfo a soli 2/10 preoccupava la paziente particolarmente, e anche i nostri colleghi autori dell’articolo. L’esame OCT evidenziava in area maculare un importante DME con un central macular thickness di 714 μm. La terapia intravitreale con Ranibizumab proposta veniva rifiutata dalla paziente. In alternativa veniva instaurata terapia topica con Betametasone sodio fosfato/Tetraciclina cloridrato (Alfaflor® Alfa Intes, Italia) 4 volte al giorno e Diclofenac 2 volte al giorno (Voltaren Oftabak®, Thea, Francia). L’edema maculare si è risolto per poi ricomparire dopo 8 settimane dalla sospensione della terapia. Al recupero anatomico corrispondeva un ottimo recupero funzionale, senza effetti collaterali sistemici o di superficie nel follow-up, con IOP di 13.5±3.5 mmHg. L’effetto della terapia topica che diminuiva nel tempo ha suggerito la necessità di un prolungato trattamento terapeutico che preveniva i peggioramenti del visus e dell’edema retinico.
I vantaggi della terapia medica nell’edema maculare cronico non sono del tutto studiati e definiti in letteratura. I pazienti che rifiutano la terapia intravitreale non sono pochi, come i No Vax, contrari alla vaccinazione Covid-19.
Grazie ai colleghi di Sassari verso i quali ci legano sentimenti di profonda amicizia e condivisione d’intenti.

Sara Giammaria, sotto la lungimirante direzione di Gianluca Manni dell’Università di Roma Tor Vergata, nell’ambito del Programma Aziendale del Glaucoma, ci propone, per la diagnosi e l’individuazione precoce del danno da glaucoma, una nuova versione del campo visivo con ulteriori punti di prova nell’area maculare.
L'individuazione dei difetti centrali con il pattern 24-2 spesso non sono tempestivamente diagnosticati. Il nuovo 24-2C può essere uno strumento utile in quei pazienti in cui il 24-2 risulta normale nonostante l’esame del nervo ottico suggerisca la presenza di danni da ipertono. Infatti, il 24-2C, presenta i vantaggi del 10-2, rilevando quantità proporzionalmente simile di perdita del campo visivo centrale, e prestazioni simili al 24-2; un solo esame al posto di 2 separati. I 10 punti di prova aggiuntivi nei 10° permettono di intercettare infatti difetti glaucomatosi centrali non diagnosticati altrimenti, con il vantaggio di minor tempo d’esecuzione.
Gianluca Manni con una lunga tradizione di studio della malattia glaucomatosa, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oculistica all'Università di Roma Tor Vergata, sapientemente stimola e spinge i suoi allievi verso i campi ancora inesplorati di questa patologia. A volte si possono trovare, come in questo caso, risposte rapide ed insolitamente efficaci. Grazie Gianluca.

Michele Marraffa, Direttore del Reparto di Oculistica dell’Ospedale Orlandi di Bussolengo, ci propone personali riflessioni maturate con l’esperienza sul glaucoma acuto. Il suo report ci incoraggia a non trascurare questo raro ma pericoloso quadro patologico, ben definito, da riconoscere subito e senza esitazione, indicandoci la terminologia più corretta.
I molteplici termini utilizzati per tale temibile condizione non aiutano a far chiarezza. Glaucoma ad angolo chiuso, ad angolo stretto, irritativo, strisciante, hanno contribuito ad aumentare la confusione sul suo inquadramento clinico-patogenetico-terapeutico. Il glaucoma da chiusura angolare non è una sola entità clinica. La lettura di questa breve “nota a margine” di Michele risulta efficace e didattica; aiuterà a render più chiara questa condizione specie ai giovani oftalmologi.

Vincenzo Ramovecchi, con l’articolo “Colorazione XEN 45 con Trypan Blue: semplice ed efficace tecnica per migliorare la visualizzazione” ci inoltra sapientemente come lo Xen Gel Stent 45 (Allergan, Irvine, CA), tubo idrofilo di gelatina a base di collagene di 6 mm di lunghezza, possa essere un efficace impianto tra la camera anteriore e lo spazio sottocongiuntivale, consentendo il deflusso dell'umore acqueo, con un ottimo profilo di sicurezza. Device poco invasivo presenta, nella sua difficile visualizzazione durante l'intervento chirurgico, un punto debole. La semplice ed efficace tecnica di colorazione migliora la visualizzazione di tale dispositivo durante l'impianto intraoperatorio e lo rende maggiormente sicuro, chirurgicamente più maneggevole.
L’esperienza di Vincenzo con migliaia di interventi sulle spalle lo pone sicuramente tra i maggiori esperti chirurghi in Italia non solo per il glaucoma. Grazie per il tuo prezioso contributo.

Amedeo Lucente si inoltra su un tema conosciuto della semeiotica retinica. L’articolo muove dall’esigenza di offrire un contributo sulle nuove acquisizioni fisiopatologiche della retina maculare specialmente ai giovani oftalmologi in formazione.
L’importanza crescente che stanno assumendo le cellule del Mϋller fornisce nuove chiavi di lettura in molte patologie al polo posteriore. La disamina della vasta letteratura presa in considerazione offre un proficuo terreno di consultazione e studio per affrontare, con maggiori conoscenze, le alterazioni cellulari che intervengono in area maculare, prodromi per le più frequenti e temibili maculopatie quasi sempre non evidenziabili.
L’ampia disamina della letteratura consultata rende ogni articolo di Amedeo un oggetto di studio, di proficuo approfondimento. Il target seguito come sempre è spiegare, divulgare, rendere agevole il percorso formativo e di consulto per i giovani in formazione, e anche per colleghi più esperti e smaliziati che non smettono di approfondire temi sempre alla ribalta della ricerca.
Il risultato sembra più che ragguardevole, di pregevole rilievo. La lettura scorrevole per il lessico elevato e forbito contribuisce a rendere l’articolo meritevole della vostra attenzione.

Buona lettura

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