Imaging retinico Widefield e Ultra-Widefield
Abstract: L’articolo prende spunto dal crescente interesse che sta suscitando l’imaging a grande campo, dalla necessità di aggiornarne la terminologia e fare maggiormente chiarezza sulle sue performance, anche di calcolo. Si passa rapidamente dal delineare le modalità di valutazione goniometriche a determinare, con semplici calcoli matematici, i valori geometrici di superficie che l’imaging a grande campo acquisisce, con un taglio tutoriale e divulgativo.
Keywords e abbreviazioni: AF Autofluorescence, ETDRS Early Treatment Diabetic Retinopathy Study, DR Diabetic Retinopathy, FoV Field of View, HR-PDR High-Risk Proliferative Diabetic Retinopathy, ICDR International Classification of Diabetic Retinopathy, ISO International Organization for Standardization, IWFISG International Widefield Imaging Study Group, NEI National Eye Institute, NPDR Non-Proliferative Diabetic Retinopathy, PCL Predominantly Central Lesions, PDR Proliferative Diabetic Retinopathy, PPL Predominantly Peripheral Lesions, SLO Scanning Laser Ophthalmoscopy, UWF Ultra-Widefield, WF Widefield.
Introduzione
L'imaging della retina con una fundus camera tradizionale o dotata di SLO Scanning Laser Ophthalmoscope ha di solito un’apertura angolare di 30°/45° gradi.
Gli anni Ottanta hanno visto lo sviluppo e il plateau della fotografia retinica, con la commercializzazione di numerosi devices; con un solo scatto non si oltrepassava le arcate vascolari retiniche.
Tale imaging consentiva e consente un’ottimale visualizzazione del polo posteriore; la retina periferica tuttavia rimane esclusa, non catturata se non con montaggio di più fotogrammi.
Il montaggio non è facile da ottenere, poco corrispondente alle aspettative; la luminosità retinica dei riquadri assemblati si discosta dalla realtà oftalmoscopica, e la continuità dei vasi lungo le arcate vascolari spesso non viene rispettata.
I recenti progressi delle ottiche hanno notevolmente ampliato il campo retinico fotografabile. Per queste nuove performance d’imaging a campo allargato sono stati coniati nuovi termini: Widefield WF e Ultra-Widefield UWF.
La prima dimostrazione fotografica della retina fu esposta nel 1887 nella riunione della Società Transamericana da Lucien Howe (1848-1928).
Fisico americano, professore di Oftalmologia all’Università di Buffalo, presidente della American Ophthalmological Society e fondatore dell’Howe Laboratory of Ophthalmology presso l’Università di Harvard, Hove descrisse dettagliatamente la tecnica fotografica del fondo oculare, e pubblicò la prima immagine della retina definendola “first recognizable fundus photograph”.
Alcuni dispositivi hanno nel tempo consentito il montaggio automatico o semiautomatico di immagini centrali e periferiche, ampliando l’angolo d’apertura fotografabile. L’esigenza diagnostica più pressante verso un ampio campo si avvertì con lo studio ETDRS.
L’ETDRS, Early Treatment Diabetic Retinopathy Study, è stato uno studio clinico multicentrico sostenuto dal NEI, National Eye Institute, randomizzato, per valutare l’efficacia della fotocoagulazione con argon laser verso il trattamento con aspirina nella gestione di pazienti con retinopatia diabetica non proliferante NPDR, Non-Proliferative Diabetic Retinopathy, o precocemente proliferante HR-PDR, High-Risk Proliferative Diabetic Retinopathy.
Iniziato nel dicembre 1979, completato nel giugno 1985, follow-up nel 1988 e pubblicato nel 1991, ha coinvolto 22 centri, 3.711 pazienti tra 18 e 70 anni di entrambi i sessi, seguiti per un tempo minimo di 4 anni, senza precedenti trattamenti laser, con un visus uguale o superiore a 20/40.
L’imaging retinico utilizzato da questo importante trials prevedeva una fotografia a 7 campi che non oltrepassava di molto le arcate vascolari. Tale metodica permise in maniera evidente una migliore diagnosi e di programmare un più preciso ed attento trattamento della retinopatia diabetica DR Diabetic Retinopathy. Da allora venne preso come standard nella fotografia retinica non solo nello screening della DR ma in molte altre patologie corioretiniche.
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