LE INTERVISTE DI OFTALMOLOGIA DOMANI

a cura di



Amedeo Lucente
Oculista Libero Professionista

Prof.ssa Alexandra Luksch
Capo Dipartimento di Oftalmologia e Vice Direttore Sanitario, Sanatorium Hera, Vienna

La professoressa Alexandra Luksch è Capo Dipartimento di Oftalmologia e Vice Direttore Sanitario al Sanatorium Hera di Vienna. I suoi campi di interesse variano dalla cataratta al glaucoma, dall’imaging alla chirurgia oculoplastica.
Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Vienna e, successivamente, ha trascorso due anni presso il Dipartimento di Farmacologia Clinica svolgendo ricerche sul flusso sanguigno oculare. In seguito ha conseguito il residency program presso il Dipartimento di Oftalmologia dell'Università di Vienna, dove si è specializzata in glaucoma.

D: Come prima domanda le chiedo di raccontare ai nostri lettori come si è svolta a grandi linee la sua brillante carriera.

R: Ho conseguito la laurea in Medicina presso l'Università di Vienna e successivamente ho trascorso due anni presso il Dipartimento di Farmacologia Clinica facendo ricerche sul flusso sanguigno oculare. Fin dall'inizio dei miei studi desideravo diventare oculista e lavorare anche in chirurgia, quindi sono stata felice di completare il mio programma di specializzazione presso il Dipartimento di Oftalmologia dell'Università di Medicina di Vienna. Il glaucoma e la chirurgia del glaucoma erano i miei interessi principali e ho potuto specializzarmi in questo campo avendo la fortuna e l'opportunità di seguire gli insegnamenti del Professor Clemens Vass.
Dopo 10 anni presso il Dipartimento di Oftalmologia ero pronta per nuove sfide e mi sono trasferita al Dipartimento di Oftalmologia del Sanatorium HERA. In questo Istituto ho assunto la responsabilità del Dipartimento di Oftalmologia nel 2018 e dal 2019 ricopro un ruolo manageriale come Vicedirettore medico, che porta con sé ogni giorno molteplici e diversi compiti organizzativi.

D: Quali sono i suoi campi di interesse in Oftalmologia? Se dovesse descriverlo, com’è generalmente strutturata la sua giornata presso il Dipartimento di Oftalmologia di HERA?

R: I miei campi di interesse sono la cataratta, il glaucoma e la chirurgia oculoplastica. Sono affascinata dalla varietà che offrono queste tre specializzazioni alla mia attività quotidiana.
Generalmente inizio la giornata con un incontro mattutino con il Direttore Sanitario, durante il quale discutiamo di questioni organizzative e di attualità riguardanti il nostro nosocomio. Successivamente mi sposto in sala operatoria o in ambulatorio per esaminare i pazienti.

D: Com’è strutturato nel suo Paese il percorso universitario per diventare medico e poi specialista in Oftalmologia? L'Oftalmologia è considerata una specialità di nicchia in Austria oppure ha conquistato un ruolo di primo piano nel mondo della Medicina e della Chirurgia?

R: Per diventare specialista in Oftalmologia in Austria devi prima conseguire una laurea in Medicina, che dura sei anni. Seguono altri sei anni di internato, cinque dei quali sono dedicati alla branca specialistica, sei mesi alla medicina interna e altri sei mesi alla chirurgia generale.
L’Oftalmologia nella mia nazione è ancora considerata da molti una specialità di nicchia. Tuttavia alcuni oftalmologi austriaci stanno ottenendo riconoscimenti in contesti più ampi. Ad esempio, all'ultimo incontro dell'ESCRS che si è svolto a Vienna, molti erano i relatori austriaci con un numero record di partecipanti.

D: Lo sviluppo dell'Oftalmologia richiede sempre più conoscenze informatiche. L’intelligenza artificiale supporterà in modo decisivo il medico nella diagnosi e nella cura. Quali sviluppi prevedete nei prossimi anni in questo senso? Come sarà secondo lei l'oculista di domani?

R: La tecnologia e l'intelligenza artificiale svolgono un ruolo sempre più importante, in particolare la tecnologia per la tomografia a coerenza ottica si è sviluppata in modo significativo diventando un esame strumentale ormai indispensabile.
I giovani colleghi sono abituati ad utilizzare queste tecnologie come supporto durante la loro formazione, tanto che la maggior parte di loro ritiene indispensabili questi device nella propria attività privata.
Anche in sala operatoria la tecnologia è sempre più importante. In particolare nella chirurgia della cataratta, nell’impianto di lenti toriche e nella chirurgia vitreoretinica sono stati compiuti enormi progressi che hanno ulteriormente migliorato i risultati chirurgici. In futuro, l’uso dell’intelligenza artificiale continuerà ad essere maggiormente presente e svilupparsi. Con maggior supporto tecnico e più ortottisti si potranno eseguire più esami in modo che gli oftalmologi saranno in grado di fare diagnosi più precise. Tuttavia tale cambiamento avrà un prezzo, con inevitabile aumento dei costi.

D: Quali consigli darebbe ai giovani che si apprestano ad entrare nel variegato mondo dell'Oftalmologia? Quali sono oggi, secondo la sua esperienza, le caratteristiche per essere un buon oculista? Se potesse tornare indietro nel tempo, sceglierebbe di nuovo l'Oftalmologia?

R: È essenziale avere un profondo interesse per questa branca, trovando sempre piacere e gratificazione nel praticarla. Anche l’attitudine tecnica è importante, così come la sicurezza e la facilità nel comunicare con i pazienti. In Austria mancano esperti in strabologia, oftalmologia pediatrica e cornea. Il mio consiglio ai giovani oculisti è quello di scegliere una di queste sottospecializzazioni, urgentemente necessarie.
Per essere un buon oftalmologo a mio avviso è necessario combinare un'ampia conoscenza generale nella materia, specializzandosi in uno specifico settore. Un buon oculista dovrebbe essere in grado di diagnosticare varie malattie anche se alcune tecnologie non sono disponibili, e in caso di patologie complesse, senza indugi, saper indirizzare il paziente adeguatamente. Mi piace ancora moltissimo il mio lavoro; se avessi la possibilità di scegliere di nuovo un percorso non avrei dubbi, confermerei l'Oftalmologia.

Colgo l'occasione per ringraziarla ancora una volta per la sua disponibilità e per il tempo concesso.
Un sentito ringraziamento anche a nome del Direttore di Oftalmologiadomani.it Antonello Rapisarda. I colleghi italiani apprezzeranno sicuramente questa intervista e leggeranno con profondo interesse tutte le sue risposte.

Q: As a first question I ask you to tell our readers how in broad terms your brilliant career unfolded.

A: I received my medical degree from the Medical University of Vienna and afterwards I spent two years at the Department of Clinical Pharmacology doing research on ocular blood flow.
I had wanted to be an ophthalmologist and also work in surgery ever since beginning my studies, and so I was delighted to complete my residency program at the Department of Ophthalmology at the Medical University of Vienna. Glaucoma and glaucoma surgery were my main interests and I was able to specialise in this field, whereby I was lucky to have the opportunity to specialise in this field under Prof. Clemens Vass.
After 10 years at the Department of Ophthalmology I was ready for new challenges and moved to the Department of Ophthalmology at Sanatorium HERA. I became head of this department in 2018, and took on an additional managerial role as Deputy Medical Director in 2019, which brings with it many different organisational tasks each day.

Q: Which are your fields of interest in Ophthalmology? If you have to describe it how is your day generally structured at the Department of Ophthalmology at HERA?

A: My fields of interest are cataract, glaucoma and oculoplastic surgery. I love the variety that these three specialisations bring to my daily routine.
I generally start my day with a morning meeting with the Medical Director, where we discuss organisational matters and current issues pertaining to the hospital. Afterwards, I´m either in the operating room or in the outpatient clinic examining patients.

Q: How is the university path of becoming a doctor and then a specialist in Ophthalmology structured in your country? Is Ophthalmology considered a niche specialty in Austria or has it gained a leading role in the world of Medicine and Surgery?

A: To become a specialist in ophthalmology in Austria you first have to achieve a medical degree, which lasts six years. This is followed by a further six years in a residency program, of which five years are devoted to ophthalmology, and half a year each to internal medicine and general surgery.
In Austria, ophthalmology is still considered by many to be a niche speciality. However, some Austrian Ophthalmologists are gaining recognition in larger contexts. For example, at the last ESCRS meeting in Vienna, there were many Austrian presenters, and a record number of visitors.

Q: The development of Ophthalmology increasingly requires IT knowledge. Artificial intelligence will decisively support the doctor in diagnosis and treatment. What developments do you foresee in the coming years in this regard? How, in your opinion, will the Ophthalmologist of tomorrow be like?

A: Technology and artificial intelligence increasingly play an important role - in particular, the technology of optical coherence tomography has developed significantly and is now indispensable.
Young colleagues are used to having such supportive technologies during their education, so that most of them cannot do without these instruments when they start working in their own practice.
Technology is also increasingly important in the operating theatre. Particularly in cataract surgery, toric lens implantation and vitreoretinal surgery, there have been huge advances that have further improved surgical results.
In the future, the use of artificial intelligence will continue to increase. With more technical support, and more orthoptists to perform examinations, ophthalmologists will be able to make more precise diagnoses. However, this will come at the price of increased cost.

Q: Which advice would you give to young people that are about to enter the varied world of Ophthalmology? Which are nowadays the characteristics of being a good Ophthalmologist per your experience? If you could turn back time, would you choose Ophthalmology again?

A: It is essential to have a deep interest in ophthalmology, and to find the practice enjoyable and rewarding. Technical aptitude is also important, as is confidence and ease in communicating with patients.
In Austria, there is a shortage of experts in strabology, pediatric ophthalmology and cornea. My advice to young ophthalmologists would be to choose one of these sub-specialisms, as they are urgently needed.
To be a good ophthalmologist, in my opinion, requires one to combine a broad general knowledge of ophthalmology with deep specialisation.
A good ophthalmologist should be able to diagnose various diseases even if some technologies are unavailable. And if they cannot treat a patient, they should know to which specialist the patient should be referred.
I still enjoy my work and tremendously and, given the chance to choose a path again, I would certainly choose ophthalmology.

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