Ferdinando Carlo Sasso1, Alessia Piacevole2, Maria Ruocco2, Giuseppina Tagliaferri2
1 Professore Ordinario di Medicina Interna, Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", Caserta
2 UOC di Medicina Interna Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate - Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", Caserta

La retinopatia diabetica dal punto di vista del diabetologo

Abstract: Il diabete rappresenta la patologia endocrino-metabolica cronica più diffusa al mondo: secondo i più recenti dati epidemiologici circa 463 milioni di persone in tutto il mondo ne sono affette.
La retinopatia diabetica è tra le complicanze croniche più diffuse, rappresentando la principale causa di cecità tra gli adulti in età lavorativa. I principali fattori di rischio associati sia ad un esordio precoce che ad una progressione più rapida sono la durata del diabete, l'emoglobina glicata, la microalbuminuria e l'ipertensione. La durata del diabete e la gravità dell'iperglicemia rappresentano i principali fattori su cui bisogna intervenire. Si raccomanda come obiettivo del controllo glicemico una HbA1c del 7% o inferiore; infatti un controllo glicemico ottimizzato si è dimostrato efficace nel ridurre sia la retinopatia diabetica di nuova insorgenza sia la sua progressione. Anche la gestione dei lipidi sierici può ridurre la progressione della retinopatia e la necessità di cure.
Il recente studio No Blind sottolinea come potenziali fattori di rischio indipendenti per la retinopatia diabetica siano il colesterolo HDL e i valori di albuminuria; in particolare i livelli di HDL colesterolo >60 mg/dL sono altamente correlati con la retinopatia diabetica proliferativa, non è stata osservata nessuna differenza tra la forma non proliferativa lieve e moderata, mentre è stato osservato un trend per quella severa.
Quindi mantenere un corretto controllo dei fattori di rischio e della patologia di base è essenziale per trovarsi di fronte ad una complicanza retinica in fase non avanzata e ciò fornisce maggiori strumenti per un più efficace trattamento.

Keywords: diabete, complicanze, retinopatia, cecità

Il diabete è una sindrome endocrino-metabolica cronica molto complessa, che comprende molteplici quadri clinici, diversi tra loro nell’origine, eziologia e patogenesi, ma accomunate dal fatto che i livelli di glucosio ematico sono elevati rispetto alla normale omeostasi glicemica.
Il termine utilizzato, dal greco antico διαβήτης, diabètes, derivato a sua volta da διαβαίνω, diabàino, «passare attraverso», viene coniato per la prima volta dal medico greco Areteo di Cappadocia, nel 150 D.C.
Il nome scelto fa riferimento a una delle caratteristiche principali della patologia: la poliuria, che si associa inoltre a polidipsia, polifagia e calo ponderale.

Il diabete, secondo le più recenti linee guida, può essere classificato nelle seguenti forme:

  • Diabete di tipo 1, causato dalla distruzione delle beta-cellule su base autoimmune che determina solitamente una carenza assoluta di insulina;
  • Diabete di tipo 2, che ha come cardine l’insulino-resistenza, sulla quale si sviluppa successivamente per una progressiva riduzione della secrezione insulinica;
  • Diabete mellito gestazionale, diagnosticato nel secondo o terzo trimestre di gravidanza, causato da difetti funzionali analoghi al diabete mellito tipo 2 che generalmente tende a regredire dopo il parto;
  • Tipi specifici di diabete dovuti ad altre cause, come ad esempio forme causate da difetti genetici delle beta-cellule o dell’insulina; secondario a tossicità a farmaci e altre sostanze chimiche; associato ad endocrinopatie; legato a malattie del pancreas esocrino.

Il diabete mellito di tipo 2 rappresenta la forma di diabete più diffusa.
Secondo i più recenti dati dell'IDF (International Diabetes Federation), circa 463 milioni di persone in tutto il mondo, di età compresa tra i 20 e i 79 anni ne sono affette, e circa 1,6 milioni di decessi sono attribuiti direttamente al diabete ogni anno; si stima inoltre che un ulteriore 1,2 milioni di bambini e adolescenti (di età compresa tra 0 e 19 anni) abbia il diabete di tipo 1.
Sia il numero di casi sia la prevalenza sono aumentati costantemente negli ultimi decenni, e tenderanno ancora ad aumentare, con una stima di circa 642 milioni di affetti nel 2035.

Nel nostro paese il diabete mellito di tipo 2 rappresenta circa il 90% dei casi: secondo i dati dell’ultimo rapporto ARNO del 2019 circa 5 milioni di persone in Italia sono affette da diabete, pari ad 1 caso ogni 12 residenti, con una prevalenza nel suo complesso (tra casi noti e non diagnosticati) intorno all’8,5%. Il numero degli individui affetti salirà probabilmente a 7 milioni solo in Italia fra 15-20 anni. I dati epidemiologici italiani inoltre suggeriscono circa 250.000 nuove diagnosi di diabete tipo 2 e circa 25.000 nuove diagnosi di diabete tipo 1 ogni anno.

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