Paolo Limoli1, Enzo Vingolo2, Celeste Limoli1, Marcella Nebbioso3
1 Centro Studi Ipovisione di Milano, P.zza Sempione 3, 20145 Milano
2 Ospedale A. Fiorini di Terracina, Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche Sapienza Università di Roma
3 Dipartimento degli Organi di Senso, Centro di Elettrofisiologia Oculare, Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma

La rimodulazione della funzione visiva cellulo-mediata mediante Limoli Retinal Restoration Technique

Abstract: L’allungamento della vita media, in coesistenza con le patologie distrofiche della neuroretina, determina ricadute negative sulla qualità della vita della popolazione ipovedente. Gli autori affrontano la possibilità di rimodulare la vista attraverso le terapie cellulari in modo da potenziare il residuo visivo di tali pazienti e renderne più semplice la riabilitazione visiva. La terapia cellulare, ricreando un microambiente retinico più adeguato, favorisce la vitalità cellulare della neuroretina, stabilizzandola nel tempo. Vengono descritti i principali meccanismi biomolecolari che sottendono l’azione delle terapie cellulari e si fa cenno alla Limoli Retinal Restoration Technique, tecnica studiata per azzerare i rischi potenziali legati alla chirurgia massimizzando l’azione di tre componenti cellulari mesenchimali: le cellule staminali mesenchimali, le cellule adipose stromali, le piastrine.

Keywords: Ipovisione, malattie neuroretiniche, terapia cellulare, cellule staminali mesenchimali, cellule stromali adipose, piastrine.

I pazienti affetti da disabilità irreversibili della vista vengono definiti ipovedenti. Le cause possono essere malattie sistemiche come il diabete, le malattie degenerative o l’invecchiamento. Quando una patologia neuro-retinica distrugge un numero sensibile di elementi all’interno dei circuiti sensoriali si verifica la condizione di ipovisione.

Una volta che l’handicap visivo si è instaurato, la riabilitazione visiva costituisce attualmente l’unica proposta clinica per tali pazienti. Questa si basa sull’utilizzo di strumenti ottici o elettronici che favoriscono una enfatizzazione del segnale di ingresso attraverso ingrandimento, miglioramento del contrasto e dell’illuminazione. In un numero ridotto di centri riabilitativi vengono offerte terapie basate su neuromodulazione, stimolazione della plasticità neuro-sinaptica, neuro-protezione, neuro-rigenerazione (Huang, and al. 2010).

In particolare, la “neuro-modulazione” del segnale visivo, viene utilizzata al fine di stabilizzare l’immagine sulla retina, sincronizzare i potenziali visivi in ingresso ed eliminare i rumori di fondo. La neuromodulazione è responsabile anche di una certa plasticità sinaptica a livello corticale, tale da ridurre la percezione del danno.

Tuttavia, la progressione del danno retinico associato normalmente alle patologie degenerative dell’occhio rimette in discussione l’approccio riabilitativo limitato a queste due componenti. Può essere utile integrarlo con terapie capaci di risvegliare i neuroni funzionalmente silenti o in grado di attutire, fermare o in alcuni casi invertire l’evoluzione della noxa patogena neuro-retinica.

Tali terapie nascono dalle recenti acquisizioni nel campo della biologia cellulare che permettono una maggiore comprensione dei processi di danno e riparazione, degenerazione e rigenerazione, de-mielinizzazione e ri-mielinizzazione, perdita e recupero funzionale (Huang, and al. 2010).

Read More