Un reparto di oftalmologia in prima linea in era Covid

Miroslav Kacerik
Direttore U.O.C. Oculistica ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo


Abstract: Le implicazioni oculari della malattia Covid-19 sono percentualmente basse e fortunatamente non gravi e la via di trasmissione tramite secrezioni oculari di SARS-CoV-2, benché possibile, è di secondaria importanza rispetto a quella tramite droplets o contatto con superfici contaminate. L’Oculista deve comunque mettere in atto tutte le strategie possibili nella sua attività per prevenire la trasmissione del contagio, attenendosi alle indicazioni delle autorità regolatorie. L’Oculista che presti opera presso Aziende Sanitarie coinvolte nella cura di malati Covid-19 deve essere flessibile e adattabile a rapide e numerose riorganizzazioni della attività assistenziale in base al livello pandemico e pronto, presso diverse realtà, a prestare direttamente assistenza quando richiesto nei reparti Covid e per la campagna vaccinale.

Keywords: SARS-CoV-2; COVID-19; Congiuntivite; Trasmissione Oculare; Prevenzione; Protezione; Distanziamento Sociale; Sistema di screening; Disinfezione; Dispositivi protezione individuale; Flessibilità organizzativa

Introduzione

Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome CoronaVirus 2) è stato identificato in dicembre del 2019 come agente responsabile di casi di polmonite acuta atipica nella regione di Wuhan in Cina1. Il virus si è rapidamente diffuso a livello planetario con dichiarazione dello stato di pandemia da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e la malattia identificata COVID-19 (CoronaVirus Disease 1919). Il virus SARS-CoV-2 presenta caratteristiche simili ai virus responsabili della epidemia SARS occorsa nel 2002-20032. Il virus con la sua gliproteina spike (S) riesce a legarsi ai recettori ACE2 (Human Angiotensin-Converting Enzyme 2) e penetrare nelle cellule3. Una alta densità di recettori ACE2 è presente nelle cellule epiteliali del tratto respiratorio e in particolare alveolari, ma sono presenti anche a livello della mucosa orale, congiuntivale, dell’apparato gastrointestinale e a livello renale, e rappresentano una possibile via di infezione del virus4. La via di trasmissione principale è quella respiratoria tramite droplet o previo contatto con superfici contaminate.

Benché SARS-CoV-2 sia stato identificato nel liquido lacrimale e nelle secrezioni congiuntivali di malati COVID-195 la trasmissione per contatto con la superficie oculare di soggetti malati è rara6. È invece possibile infettarsi se il virus raggiunge la superficie oculare penetrando poi le cellule dell’epitelio corneale e congiuntivale che possiedono recettori ACE27. Il quadro clinico dei pazienti con diagnosi confermata COVID-19 è molto variabile, da una sintomatologia minima a gravi insufficienze respiratorie acute con complicanze spesso tromboemboliche potenzialmente mortali8. Il coinvolgimento oculare in corso di malattia COVID-19 è marginale (includendo anche i malati gravi), limitato a congiuntivite9.

Riferirsi in questo articolo nel titolo a una “era COVID” non sembra allo stato attuale pessimistico ma alquanto realistico nella sua drammaticità. Abbiamo tutti vissuto il tragico trimestre da febbraio a aprile del 2020 e da allora le nostre conoscenze sulla malattia COVID-19, sulla prevenzione della trasmissione, la gestione del malato (diagnosi, terapia, riabilitazione) sono senz’altro migliorate permettendo un rallentamento del contagio nella primavera del 2020, evitando un collasso dei sistemi sanitari e una netta riduzione della mortalità. L’arma decisiva contro SARS-CoV-19 sembra possa essere la immunizzazione della popolazione mediante la somministrazione dei vaccini, la sfida scientifica-tecnologia della loro produzione è stata vinta, ora si sta ponendo la altrettanto ardua sfida della distribuzione e somministrazione a livello planetario nel più breve tempo possibile, anche se non vi è una chiara evidenza della loro efficacia a lungo termine e del livello di protezione per le fasce più fragili della popolazione10, né quanto duri la loro protezione e quanto sia efficace contro le varianti a tutt’oggi identificate del virus. Nel frattempo per cercare di prevenire la trasmissione della malattia abbiamo adottato tutti nella vita quotidiana le ben note regole di distanziamento sociale e igiene. Ciò applicato al mondo sanitario ha implicato una riorganizzazione della metodologia di lavoro profonda e variabile secondo il livello pandemico.

Punti cardine della prevenzione del contagio in ambito sanitario sono diventati la separazione dei percorsi Covid+/Covid- con esteso utilizzo di sistemi di screening; l’adozione delle regole di distanziamento sociale; il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI); la disinfezione11. L’Oculista in quanto Specialista è poco coinvolto nella malattia Covid-19, ma in quanto Medico nella nostra realtà della ASST Papa Giovanni XXIII (come bene anche in tante altre realtà) all’esordio tragico della pandemia a fine febbraio 2020 e in occasione delle fasi di esacerbazione della gravità dei contagi è stato chiamato (assieme a tutti gli altri Specialisti in discipline poco affini alla medicina interna) a prestare assistenza nei reparti con malati COVID-19, e ora anche alla partecipazione nella campagna vaccinale.

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