Emoderivati nelle patologie della superficie oculare

di Giovanna Gabbriellini, Francesco Sartini, Martina Menchini
U.O. Oculistica Universitaria Dipartimento Specialità Chirurgiche Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Pisa


Abstract: Numerosi emoderivati sono stati proposti per il trattamento di patologie della superficie oculare, dal dry-eye moderato severo a quadri di Sindrome di Sjögren e cheratopatia neurotrofica. Gli emoderivati possono essere di natura autologa o allogenica, in formulazione di collirio o gel. Il materiale allogenico può derivare da sangue periferico di donatore o da cordone ombelicale, mentre i componenti piastrinici si distinguono in plasma ricco di piastrine, plasma arricchito con fattori di crescita e lisato piastrinico. Gli emoderivati apportano citochine, fattori di crescita, vitamine, sostanze batteriostatiche e inibitori delle metalloproteinasi, permettendo il recupero dell’omeostasi e della crescita ed integrità delle cellule epiteliali. L’utilizzo di prodotti a varie concentrazioni ha dimostrato un miglioramento della sintomatologia dei pazienti, valutata mediante questionario OSDI e dei parametri infiammatori quali il tear break up time test (BUT), la colorazione mediante fluoresceina e verde di lissamina ed il test di Schirmer. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per definire le indicazioni, le concentrazioni più efficaci e il profilo di sicurezza dei colliri a base di emoderivati.

Keywords and Abbreviations: dry eye disease (DED) malattia dell’occhio secco; autologous serum eye drops collirio a base di siero autologo, allogenic serum eye drops collirio a base di siero allogenico, umbilical cord blood drops collirio a base di siero da cordone ombelicale, transforming growth factor beta (TGFb) fattore di crescita trasformante beta, ocular graft- versus-host disease (oGVHD) malattia del trapianto contro l’ospite, Sjögren syndrome (SS) malattia di Sjögren

Introduzione

L’utilizzo di emoderivati per il trattamento di patologie della superficie oculare è stato ideato oltre 40 anni fa, somministrando un collirio a base di siero autologo in pazienti con danno chimico corneale.
Fox e colleghi proposero l’utilizzo degli emoderivati per il trattamento della cheratocongiuntivite secca (1, 2).
Negli ultimi anni l’impiego di queste sostanze si è sviluppato ed è incrementato ulteriormente nei quadri severi di danno della superficie oculare, in cui i trattamenti convenzionali non sono sufficienti a ristabilire l’omeostasi di questo delicato sistema. Il razionale del loro impiego è favorire i processi di riparazione, proliferazione, migrazione e differenziazione delle cellule dell’epitelio corneale e congiuntivale, mediante l’apporto di fattori di crescita, con conseguente protezione dallo stress biomeccanico e da fattori esogeni.
Le indicazioni elettive sono condizioni quali la Sindrome di Sjögren, la Graft-versus-host disease (GVHD) oculare, i difetti epiteliali persistenti (PED), anomalie degli annessi e la cheratite neurotrofica.
La gestione terapeutica dell’occhio secco prevede vari trattamenti a seconda dei fattori eziopatogenetici e della gravità. Il TFOS DEWS II (3) propone un algoritmo in cui sono presenti quattro steps, in base alla severità del quadro clinico. Nei casi più severi di infiammazione oculare, quando i sostituti lacrimali disponibili in commercio e le terapie convenzionali non sono sufficienti nel migliorare la sintomatologia del paziente, l’oftalmologo dovrebbe orientarsi verso l’utilizzo di emoderivati (3) (4).
Rispetto alla terapia con sostituti lacrimali, gli emoderivati apportano citochine, fattori di crescita, vitamine, sostanze batteriostatiche (lisozima, IgG e fattori del complemento), antinfiammatori naturali (antagonisti del recettore dell’Interleuchina-1) ed inibitori tissutali delle metalloproteinasi, supportando l’omeostasi delle cellule epiteliali, la loro crescita e migrazione, come dimostrato in vitro ed in vivo (5) (6) (7).
Poiché le lacrime originano dal plasma, la loro composizione è piuttosto simile, avendo un pH per lo più sovrapponibile ed essendo privi di conservanti (8).
Le indicazioni per l’utilizzo di emoderivati sono molteplici ed includono il Dry-Eye severo, la sindrome di Sjögren primaria e secondaria, i PED, le erosioni corneali ricorrenti, la GVHD oculare, il danno chimico, la cheratite neurotrofica, la cheratocongiuntivite limbica superiore e l’insufficienza di cellule staminali limbari (8).
Gli emoderivati attualmente disponibili sono il siero autologo, il siero allogenico da donatore, il siero da cordone ombelicale (UCS), i derivati piastrinici quali il plasma ricco di piastrine (PRP), il plasma ricco di fattori di crescita (PRGF) ed il lisato piastrinico (PL), sotto forma di collirio o gel.

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