Nel frattempo al gruppo si era aggiunto il Dottor Nonon Saa che ha partecipato alla formazione.
La seconda tappa è stata la più difficile, quella pratica sul paziente. Passo dopo passo, dalle incisioni alle vie di servizio e tunnel, dalla capsuloressi alla frammentazione del nucleo, per finire con l’impianto della IOL nel sacco, i due chirurghi hanno preso confidenza con le nuove modalità dell’intervento.

Momento sicuramente difficile per i due colleghi è stato cimentarsi nell’uso del microscopio operatorio e, contemporaneamente, del facoemulsificatore con i suoi suoni, da percepire e capire.

Questa prima parte della formazione è stata molto intensa, ma non ha permesso ai colleghi di acquisire la padronanza della tecnica, invece acquisita nella seconda fase parte della formazione, lo scorso novembre.
Con la sala operatoria ben organizzata ed efficiente i due colleghi Emanuel Agoliki e Paulin Noan a cui si è aggiunto il Dr. Soumah Alsény della Guinéé Conakry, e la formazione è stata più rapida. Già dal terzo giorno il Dott. Agoliki è riuscito ad eseguire l’intervento di facoemulsificazione dall’inizio alla fine. Grande la mia soddisfazione non senza un pizzico di commozione. La felicità maggiore è stata naturalmente del chirurgo per aver appreso la tecnica chirurgica.

A noi chiede un biometro perchè, non possedendolo, è costretto ad impiantare a tutti gli operati di cataratta, IOL del potere + 22.0 “come se tutti fossero costretti ad indossare scarpe del numero 7” dice.