La rarità non è che Fremba operi i glaucomi, bensì che lui sia l’unico oculista che opera i glaucomi nell’Africa Occidentale e Centrale, sottoregioni che hanno la più alta prevalenza di glaucoma del pianeta (non è improbabile che in qualche clinica privata delle capitali, uno specialista americano o africano operi il glaucoma ma con certezza, oggi come oggi, dati i costi proibitivi dei colliri ipotonizzanti, la stragrande maggioranza dei glaucomatosi sub sahariani è votata alla cecità. Chissà che questa indiscrezione giunga mai all’orecchio dei responsabili della campagna internazionale che mira alla sconfitta della cecità prevenibile entro il 2020).
La terza chicca del rapporto annuale è la documentazione fotografica di alcuni interventi di dacriocistorinostomia che Fremba ha eseguito da solo. A questo punto devo confessare che Fremba è stato uno dei miei allievi del corso di specialità oculistica (DESSO) dell’Università di Conakry. In tutta sincerità, devo anche ammettere che la dacriocistorinostomia non gliel’ho insegnata io che non ne ho eseguito una in tutta la mia vita.

Fremba chiede aiuto all’Oftalmologia italiana.

Dalla Oftalmologia francese ha ottenuto il bel microscopio che si vede nella foto.

A noi chiede un biometro perchè, non possedendolo, è costretto ad impiantare a tutti gli operati di cataratta, IOL del potere + 22.0 “come se tutti fossero costretti ad indossare scarpe del numero 7” dice.